Rosolia in gravidanza: è allarme
È allarme rosolia in gravidanza. Soltanto quattro donne su dieci sono state vaccinate contro questa infezione e una su tre non sa se è protetta o no dal virus della malattia. Sono i risultati emersi da un monitoraggio del sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), un’iniziativa dell’Istituto superiore di sanità per seguire lo stato di salute della popolazione italiana in età adulta.
Nel periodo 2012-2015, tutte le regioni italiane e le provincie autonome hanno raccolto i dati sulla vaccinazione antirosolia, ma solamente 14 lo hanno fatto in maniera continuativa.
Dai dati emerge la scarsa consapevolezza del problema legato all’infezione da rosolia in gravidanza, mentre la percentuale di donne suscettibili alla rosolia o non consapevoli del proprio stato immunitario varia in modo significativo da regione a regione, passando dal 62% della Calabria al 28% del Veneto.
La percentuale di donne vaccinate è maggiore tra le più giovani: 57% nella classe di età compresa tra 18 e 24 anni, grazie all’offerta della vaccinazione nell’adolescenza prevista dal Piano di eliminazione della malattia. Nelle generazioni successive, invece, diminuisce progressivamente, passando dal 44% tra le 25-34enni al 34% tra le 35-49enni.
A vaccinarsi sono più spesso le donne con un alto livello di istruzione (43%), quelle che non hanno problemi economici (45%) e con una cittadinanza italiana (41% contro il 24% delle donne straniere).
La rosolia è una malattia rischiosa per le donne in gravidanza, in quanto presenta alti rischi per il feto, in particolare se la madre contrae la malattia nel primo trimestre della gravidanza, perché l’infezione può causare aborti spontanei, morte intra-uterina o serie malformazioni al feto.
Le più frequenti e importanti manifestazioni della rosolia congenita sono i difetti della vista, la sordità, le malformazioni cardiache e il ritardo mentale nel neonato.
È possibile verificare l’immunità della madre alla rosolia con il rubeotest, un esame da eseguire prima dell’inizio della gravidanza e attendere un mese dopo la vaccinazione prima di rimanere incinte. Tutte le donne in età fertile dovrebbero essere a conoscenza del proprio stato immunitario verso la rosolia e vaccinarsi prima di un’eventuale gravidanza.
(Cesare Betti)