Parte il progetto educazionale Amico del cuore – dopo l’infarto il colesterolo conta, promosso dall’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), dalla fondazione “Per il tuo cuore” e da Conacuore, il Coordinamento nazionale associazioni del cuore, con il supporto non condizionato di MSD. Non riuscire a portare e tenere il colesterolo sotto i 70 mg/dl è un problema, infatti, molto frequente tra le persone che hanno avuto un infarto. Il mancato raggiungimento di questi livelli causa un forte aumento del rischio di recidiva dell’infarto o di altre serie complicanze.
Amico del cuore è un grande evento di informazione in programma per sabato 16 aprile, in contemporanea in 14 città italiane collegate via satellite per sensibilizzare cittadini e medici sull’importanza di cambiare il proprio stile di vita, controllare regolarmente i livelli di colesterolo e prendere con costanza i farmaci. Le informazioni sugli open day sono disponibili sul sito www.amicodelcuore.it.
«Abbiamo deciso di promuovere questo progetto per ricordare che dobbiamo prenderci cura del nostro cuore, seguendo la dieta mediterranea e tenendo sotto controllo il colesterolo che conta, soprattutto dopo un infarto» avverte Michele Gulizia, presidente Anmco. «In questo progetto, il numero chiave è 70: non superare questo valore di colesterolo Ldl, infatti, riduce in modo significativo il rischio di un secondo infarto. Per ottenere quest’obiettivo occorrono farmaci, dieta equilibrata e attività fisica».
Un fattore molto importante nel mancato raggiungimento di questo traguardo è dovuto ai farmaci ipocolesterolemizzanti. Dosi elevate di statine, per esempio, possono causare effetti collaterali in una percentuale non trascurabile di pazienti, favorendo la sospensione volontaria della cura, con tutte le conseguenze che ne derivano.
«Il 10-20% circa dei pazienti è però intollerante alle statine oppure non le tollera a dosaggi elevati» dice Furio Colivicchi, direttore dell’U.o.c. di cardiologia all’ospedale San Filippo Neri di Roma. «In questi casi, si segue una strategia diversa: oltre alla statina, che riduce la sintesi di colesterolo a livello epatico, si ricorre a ezetimibe, un farmaco ipocolesterolemizzante che agisce inibendo l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale». Come raccomanda la nota 13 dell’Agenzia italiana del farmaco, per i pazienti ad alto rischio che non riescono a raggiungere i valori normali con la dose massima di statina o per quelli intolleranti a questo farmaco, è possibile prescrivere ezetimibe in associazione con la statina.
(Cesare Betti)