Gli antibiotici sono farmaci molto potenti, in grado di uccidere o di impedire la riproduzione dei batteri patogeni, ovvero di quei microorganismi nocivi al nostro organismo.
Il primo antibiotico utilizzato su larga scala è stata la penicillina, scoperta dal batteriologo Alexander Fleming nella seconda decade del 1900.
Grazie alla scoperta degli antibiotici è stato possibile debellare malattie come per esempio colera, il tifo e la tubercolosi, che un tempo erano mortali.
Oggi gli antibiotici più utilizzati in medicina sono classificabili in sei gruppi: penicilline, cefalosporine, aminoglicosidi, tetracicline, macrolidi, fluorochinoloni. Per ogni batterio patogeno esistono uno o più antibiotici efficaci. Dipende dal tipo di malattia, dall’età e dallo stato di salute generale del paziente.
La scelta dell’antibiotico spetta al medico curante, sia per capire quale possa essere la tipologia più adatta al singolo paziente, sia per prevenire eventuali controindicazioni.
Tra gli effetti indesiderati degli antibiotici, infatti, i più comuni sono diarrea, nausea o difficoltà a digerire. Di solito perciò il medico prescrive anche un gastroprotettore o dei fermenti lattici. Ma in alcuni casi possono verificarsi reazioni allergiche (sulla pelle, per esempio), candidosi, fino a disturbi dell’udito, dolori muscolari o alterazioni del battito cardiaco.
Il dosaggio di un antibiotico varia in base al peso e all’età del paziente, perciò sempre meglio evitare il fai-da-te.
Inoltre la terapia va continuata anche dopo la scomparsa dei primi sintomi (per esempio: il mal d’orecchio nell’otite).
Infine è importantissima la regolarità di assunzione del farmaco: se viene prescritto ogni 8 oppure 12 ore, questo arco temporale va rispettato. Diversamente l’efficacia dell’antibiotico potrebbe ridursi.
L’uso scorretto degli antibiotici è dannoso non soltanto per il singolo paziente che li assume, ma anche per la comunità in cui vive. I batteri, infatti, hanno la capacità di sviluppare una resistenza contro uno o più principi attivi contenuti nei diversi antibiotici: questo fenomeno viene chiamato farmacoresistenza o antibioticoresistenza. In questo modo possono essere trasmessi ad altre persone e aumentare -anziché diminuire- il rischio di contrarre patologie in tutta la popolazione di una determinata area o anche di una nazione.
Uso degli antibiotici: attenzione a bambini e anziani!
Gli antibiotici sono i farmaci più utilizzati durante l’infanzia. I motivi più comuni per cui vengono usati nei bambini sono: l’otite, le infezioni delle vie respiratorie e quelle urinarie.
Deve essere il pediatra a prescrivere l’antibiotico, certificando – per esempio con i tamponi faringei per la gola o con gli esami delle urine- che la malattia sia davvero causata da batteri.
È inutile dare antibiotici ai bambini ai primi sintomi di influenza.
È sempre necessario aspettare qualche giorno per capire se la febbre o il mal di gola, solo per citare due classici sintomi, sono causate da batteri o, per esempio, da virus. In quest’ultimo caso l’antibiotico non avrebbe alcuna efficacia nel combatterli, anzi rischierebbe di abbassare inutilmente le difese immunitarie del bambino.
Lo stesso dicasi per gli anziani: se è vero che gli antibiotici hanno contribuito, nei decenni, ad aumentare l’aspettativa di vita della popolazione, è altrettanto vero che i pazienti in età avanzata sono spesso sottoposti a multiterapia farmacologica, perché spesso hanno problemi cronici di salute. Va quindi valutato quali siano le possibili interazioni tra i farmaci delle terapie abituali e gli antibiotici stessi.