Il troppo sole è la causa più importante di tumori alla pelle. Per combattere l’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti arriva dalla Fondazione Melanoma onlus la app anti Uv, l’applicazione facile da usare anche per chi non è molto pratico di tecnologia, che consente di conoscere a quanti raggi Uv ci si sta esponendo. Si chiama Salvati la pelle ed è scaricabile gratuitamente, per ora soltanto per smartphone e tablet Apple, ma sta arrivando anche la versione per android.
La app anti UV rivela quanto tempo è consentito esporsi alle radiazioni solari senza andare incontro a danni, non soltanto in una giornata, ma per sette giorni consecutivi.
«Vogliamo utilizzare nuovi strumenti per insegnare le regole della prevenzione» spiega il professor Paolo Ascierto, dirigente medico dell’Unità di oncologia medica e terapie innovative dell’Istituto nazionale tumori di Napoli Fondazione G. Pascale, e presidente della Fondazione melanoma. «Con l’arrivo del primo caldo, la voglia di stare al sole aumenta e quando i raggi sono troppo intensi, la app anti UV consiglia di non esporsi in alcun modo. Strumenti come smartphone e tablet possono così diventare un mezzo per informare le persone sulle regole più importanti per prendere il sole senza rischi».
Grazie al dispositivo di localizzazione GPS presente nel cellulare o nel tablet, l’applicazione individua la posizione della persona e confronta le coordinate con i dati provenienti dai satelliti dell’Agenzia spaziale europea. In questo modo, rileva l’intensità dei raggi ultravioletti nel luogo esatto in cui si trova l’utente e fornisce informazioni sullo spessore dello strato di ozono. Contiene inoltre schede di approfondimento sui diversi fototipi in base alla classificazione dell’Organizzazione mondiale della sanità e sui possibili danni e benefici dei raggi ultravioletti.
Un contagiri colorato mostra l’intensità dei raggi solari e il tempo di esposizione consentito, calcolato come dato medio in base ai diversi fototipi. Se per esempio viene rilevata un’intensità di raggi molto elevata, l’app avverte di non esporsi in nessun modo. In futuro è prevista una versione ancora più personalizzata, perché sarà possibile conoscere il tempo di esposizione in base allo specifico fototipo della persona, determinato con una foto della pelle.
(Cesare Betti)