
Come ogni anno, l’arrivo dell’autunno non è temuto dagli italiani solo perché stabilisce ufficialmente la fine delle belle giornate, ma anche per l’arrivo dei virus influenzali. Tuttavia, secondo le previsioni attuali, quest’anno la stagione non sarà poi così drammatica: non più di quattro milioni di persone ne saranno colpite dall’influenza, che sarà causata da tre virus americani. Nessuna grande sorpresa per quanto riguarda i vaccini, che saranno sempre gli stessi degli anni precedenti Due i bersagli certi, i primi sono i bambini, che ancora devono fronteggiare la carriera influenzale e sono sicuramente più fragili degli anziani, i quali presentano invece difese immunitarie minori. A spiegare questo panorama è il Francesco Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano.
Dottor Pregliasco, che tipo d’inverno ci si aspetta dal punto di vista dei virus influenzali?
Le previsioni attuali dovranno essere modificate, ma comunque si attende una stagione non pesante, ma nella media, se non al di sotto. Ci si aspettano tre virus americani, in realtà già noti: A/H1N1 ormai declassato a stagionale, A/H3N2 e B Texas. La stagione ovviamente è sempre un’incognita rispetto all’andamento climatico, perché se sarà molto fredda, con temperature rigide che permangono nel tempo, il virus dell’influenza sarà facilitato. Parlando invece di sbalzi termici, per esempio con il passaggio dall’inverno all’estate, si potranno verificare casi simil-influenzali. A fronte di quei quattro milioni di persone, che ci si aspetta saranno colpite da vera influenza ci saranno almeno altre sei di queste forme simil-influenzali.
I vaccini contro i virus influenzali sono pronti?
Sì, perché la pianificazione della composizione è stabilita a febbraio, e durante tutta l’estate si producono. Il problema principale in realtà è che dal 2009 il vaccino è stato al centro di polemiche e contestazioni, causando una riduzione di fiducia, arrivando anche a toccare un abbassamento del 10-15% di vaccinati.
Secondo lei vale la pena vaccinarsi?
Un mio parere personale è che tutti dovrebbero essere vaccinati. Il problema dell’influenza è che è difficile farne capire l’importanza, alla luce del fatto che la malattia è considerata banale. Bisognerebbe pensare che ci saranno comunque quattro milioni di persone colpite, e tra queste troviamo le persone più fragili, come per esempio anziani, che talvolta ci rimettono la vita. Questo accade non tanto per l’influenza, quanto per le complicazioni cardiache respiratorie conseguenti allo sforzo dell’organismo. Si parla, infatti, di quasi tre mila morti l’anno.
Ci sono degli effetti collaterali?
Effetti collaterali tutto sommato non ce ne sono. La vaccinazione è quindi un’opportunità per tutti, anche se non è detto che risolva del tutto il problema, poiché è efficace nell’80% dei casi. I soggetti più fragili sono i bambini, che ancora devono fronteggiare la carriera influenzale. Gli anziani hanno difese immunitarie minori, sebbene siano meno delicati dei bambini.
(Serena Santoli )