La batterioterapia nasale sta dimostrando di essere uno strumento terapeutico efficace per prevenire l’otite media acuta, patologia che almeno una volta nei primi tre anni di vita colpisce circa il 90% dei bambini, e responsabile del 40% di tutte le prescrizioni antibiotiche in età pediatrica.
Uno studio italiano recentemente pubblicato sull’European Journal of Clinical Microbiology & Infectious Diseases ha dimostrato infatti che un probiotico, lo Streptococcus salivarius 24SMBc, in forma di spray nasale, avrebbe un ruolo importante nella prevenzione dell’otite media acuta nei bambini. Sarebbe infatti in grado di creare un effetto di bio-barriera per gli agenti patogeni, contrastandone la replicazione e ripristinando la normale flora batterica della mucosa nasale, mucosa che svolge un ruolo rilevante nella protezione dalle infezioni delle alte vie respiratorie, tra cui la più frequente è senz’altro l’otite media acuta.
«Nel caso di Streptococcus salivarius 24SMBc e di Streptococcus oralis 89a, entrambi appartenenti al genere degli Streptococchi alfa-emolitici autoctoni, essi sono parte del microbiota orale» ha spiegato una delle autrici dello studio, Stefania Stefani, professore ordinario di Microbiologia, Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche, Scuola di Medicina, Università degli Studi di Catania. «In particolare, gli studi condotti su Streptococcus salivarius 24SMBc hanno rivelato un alto profilo di sicurezza di questo ceppo batterico, selezionato come probiotico grazie alla sue molteplici caratteristiche, tra le quali: la capacità di colonizzare stabilmente le vie respiratorie dei pazienti, l’efficacia nel contrastare microrganismi patogeni come Streptococcus pneumoniae e Streptococcus pyogenes, entrambi responsabili di infezioni respiratorie, otiti medie, sinusiti, polmoniti».
Batterioterapia nasale: un’alternativa agli antibiotici
La diffusione dell’otite media acuta e la frequenza delle recidive rischiano di portare a un abuso nell’utilizzo di antibiotici. Come spiega Nicola Principi, professore di Pediatria all’Università degli Studi di Milano e fondatore della SITIP «troppo spesso si è ricorso negli anni all’utilizzo di terapie antibiotiche per combattere queste infezioni anche quando non strettamente necessario. È dimostrato, infatti, che una parte consistente dei casi di otite media acuta può risolversi spontaneamente dopo 48-72 ore dall’insorgenza. Secondo le recenti linee guida andrebbero trattati con antibiotici solamente i bambini di età inferiore ai 2 anni con una forma bilaterale di otite media acuta e tutti quelli che, indipendentemente dall’età, presentano una forma clinicamente rilevante, con complicanze o abbiano sofferto in precedenza di ripetuti episodi. Per tutti gli altri è consigliata, invece, la vigile attesa e il trattamento antibiotico solo se, superate le 48-72 ore dall’esordio, le manifestazioni cliniche non sono scomparse o, almeno, si sono notevolmente ridotte. L’adozione di queste linee guida permetterebbe di contrastare il fenomeno ormai noto dell’antibiotico-resistenza, dovuto ad un abuso di questi trattamenti, che rischia di comprometterne in modo sempre maggiore l’efficacia terapeutica».
«Specialmente per i bambini che soffrono ripetutamente di otite media l’approccio migliore è per noi pediatri quello di cercare di prevenire l’insorgenza di nuovi casi. Oltre alla riduzione dei fattori di rischio (come fumo passivo, uso del succhiotto, frequenza prolungata dell’asilo nido o della scuola materna), alla immunoprofilassi con il vaccino antinfluenzale, alla supplementazione con vitamina D nei soggetti con deficit di vitamina D, sono possibili nuove forme di prevenzione» ha detto Paola Marchisio, professore associato di Pediatria UO Pediatria ad alta Intensità di Cura all’Università degli Studi di Milano e Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. «È il caso dell’utilizzo dello Streptococcus salivarius 24SMBc in grado di inibire la colonizzazione di potenziali patogeni della mucosa nasofaringea e ripristinare la normale flora batterica. Lo studio ha dimostrato che è in grado di annullare le recidive di otite media acuta nel 42,8 % dei bambini che sono stati colonizzati e di ridurle a soltanto un episodio all’anno in un altro 35% dei bambini colonizzati, per un totale di 77,8% dei bambini colonizzati che non hanno presentato più episodi di otite media acuta o ne hanno avuto solo uno nei sei mesi dello studio rispetto ai 4-7 episodi dell’anno precedente».