Si inserisce nella discussione sulla normativa dell’utilizzo di sostanze e preparati vegetali, i cosiddetti botanicals, negli integratori alimentari il  convegno FederSalus Botanicals: Alimenti o farmaci? Stato dell’arte e prospettive per l’impiego negli integratori alimentari.

Al momento la valutazione scientifica delle indicazioni sulla salute dei botanicals è stata sospesa da una decisione della Commissione Europea per le difficoltà di applicare i criteri indicati dal Regolamento comunitario per sostenere la validità degli health claims dei prodotti alimentari, tra cui gli integratori.

I botanicals, infatti, dal 2010 non sono né autorizzati, né proibiti e questa situazione paradossale crea non pochi problemi alle aziende produttrici e alle opportunità di scelta e di trasparenza nei confronti dei consumatori. Il punto cruciale è la definizione dei criteri con i quali valutare il possibile utilizzo degli health claims, che a oggi è quello richiesto per la valutazione dell’efficacia di un farmaco (studio clinico).

Uscire da questa situazione di incertezza è fondamentale per non frenare lo sviluppo del mercato europeo degli integratori alimentari, come spiega Marco Fiorani, Presidente FederSalus: «Il paradosso che si è venuto a creare, che determina l’attuale situazione di stallo, è la richiesta di parametri clinici per autorizzare il claim di un alimento funzionale o di un integratore, ma non per l’immissione in commercio di un farmaco, per cui è sufficiente la prova dell’uso tradizionale in Europa della sostanza vegetale in esso contenuta. Noi riteniamo che lo stesso criterio, cioè la storia d’uso, consolidata, sicura ed efficace delle sostanze vegetali nei diversi Paesi europei, sia la strada giusta anche per la definizione del claim delle sostanze utilizzate negli integratori alimentari, tenendo conto della loro specifica destinazione d’uso. Sosteniamo quindi la cosiddetta “option 2b” cioè una revisione del Regolamento che, per le sostanze oggi in commercio, tenga conto della loro storia d’uso per sostenerne la relativa indicazione, in totale sicurezza, e a beneficio dei consumatori. In questo, come dimostrano le evidenze emerse nel convegno, siamo sostenuti da autorevoli rappresentati della comunità scientifica e della classe medica».

Botanicals: un mercato in forte espansione

L’utilizzo di sostanze e preparati vegetali è molto diffuso tra i consumatori europei. Secondo i dati Euromonitor International il mercato dei prodotti a base vegetale a livello globale cresce con tassi annuali medi del 5% (2010-2015). Gli herbal/traditional products valgono nell’Europa occidentale 5 miliardi di euro e 1 miliardo nell’Europa dell’Est. Le proiezioni di crescita 2015- 2020 degli integratori alimentari a base vegetale in Europa sono dell’1% a Ovest e del 4% a Est. Nel mercato europeo sono più diffuse le combinazioni a base vegetale, seguite da monocomposti a base di ginko, aglio, ginseng, echinacea, olio di enotera e iperico.

In particolare in Italia i botanicals sono un segmento sempre più rilevante del mercato degli integratori alimentari in farmacia. Secondo i dati New Line Ricerche di Mercatola loro quota a valore è quasi del 18% e trend, ed è in crescita costante. Se gli integratori alimentari nel complesso comprendono oltre 29mila referenze e generano un fatturato di 2.279 milioni di euro all’anno, in crescita dell’8,1%, i botanicals contribuiscono con un fatturato di 404 milioni di euro, 5.000 referenze e crescono del 13,4% sull’anno mobile terminante a luglio 2015.

Botanicals, un ruolo riconosciuto

La validità dell’impiego dei botanicals negli integratori alimentari è riconosciuta dalla comunità scientifica. «In età pediatrica, per esempio, nel caso di bambini affetti da disturbi comuni e frequenti di intensità così lieve da poter essere considerati quasi al limite tra la malattia e la fisiologia, il farmaco può creare problemi più che essere di aiuto» ha detto Vitalia Murgia, del Centro Studi della Federazione Italiana dei Medici Pediatri. «I botanicals in queste situazioni sono, invece, una risorsa, purché vengano rispettati criteri rigorosi di qualità produttiva. Nell’ultimo decennio, non a caso, l’interesse dei ricercatori si è focalizzato sempre di più sulle piante medicinali e su alcune sostanze naturali».