Un progetto per monitorare i parametri della sofferenza con una cheklist per il dolore per aiutare i medici a intervenire in modo puntuale sui pazienti in ospedale. I risultati? Dolore ridotto del 13,7%, miglior controllo degli effetti collaterali con diminuzione della prevalenza del 10,8%, comparsa di episodi di Break Through cancer Pain (BTcP) inferiore del 20% e intensità media di eventi acuti più bassa del 4,2%. Presentati al congresso World medicine park di Minorca in Spagna promosso dall’Associazione pazienti onlus Vivere senza dolore, il progetto, realizzato da febbraio a maggio 2014 con il Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri, dall’Associazione pazienti oncologici Bianco Airone e da Mundipharma, ha coinvolto 92 reparti oncologici di ospedali italiani e 3.240 pazienti. Lo studio prevedeva la compilazione due volte al giorno di una checklist per monitorare l’intensità del dolore, l’impostazione di cure per sintomi, effetti collaterali ed eventi di BTcP se presenti.

Dai risultati è emerso che il 47% dei ricoverati aveva un dolore non controllato di intensità pari a 5,5 su una scala NRS da 0 a 10. Il checkpain list ha ridotto l’intensità del dolore del 13,7% rispetto al gruppo di controllo, gli effetti collaterali del 10,8% contro un aumento nel gruppo di controllo del 18,6%, decremento del 20% della frequenza dei fenomeni di BTcP e riduzione della loro intensità dell’8,7% contro il 4,2%.

«Spunto per il progetto è venuto da una precedente indagine che aveva dimostrato come il dolore fosse poco curato in ospedale» spiega Marta Gentili, presidente dell’Associazione Vivere senza dolore. «Da qui l’idea di applicare una checklist di veloce compilazione per aiutare il clinico a monitorare i parametri del dolore indicati nell’articolo 7 della Legge 38», prosegue Marta Gentili. «Partiti nei reparti di oncologia, ora l’obiettivo è allargarne l’uso in medicina e in ortopedia. Per questo, abbiamo coinvolto il professor Fanelli come coordinatore della Commissione di terapia del dolore e cure palliative e tra un anno pensiamo di presentare i nuovi dati».

«L’idea di una checklist è vincente ed efficace, come dimostrato dai dati preliminari» dice Guido Fanelli, coordinatore della Commissione ministeriale sulla terapia del dolore e le cure palliative. «Fra poco lavoreremo per diffondere questo strumento in tutti i reparti ospedalieri, partendo da quelli dove il dolore ha una maggiore prevalenza. Nell’edizione 2015 del World medicine park avremo l’occasione di confrontarci sui risultati e porteremo la testimonianza di come l’Italia sia il primo Paese al mondo ad adottare una checkpain list per la salute dei cittadini».

(Cesare Betti)