La patologia allergica negli ultimi 50 anni ha avuto un drammatico aumento di incidenza: si stima che oggi tra il 20% e 30% della popolazione dei Paesi industrializzati ne soffra. Le forme più diffuse sono: l’eczema atopico, la rinite allergica, l’asma allergico, ma sono in forte crescita anche le allergie alimentari.
In particolare, negli ultimi vent’anni in Italia la percentuale di bimbi allergici è più che triplicata: nel 1995 erano il 7%, mentre nel 2015 sono il 25% della popolazione pediatrica. Un bambino su quattro soffre di rinite allergica, il 10% circa di asma e il 3% manifesta nei primi 2 anni di vita un’allergia alimentare. La dermatite atopica poi, è cresciuta in modo costante e oggi interessa circa un milione di bambini (dati emersi da un incontro promosso dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), la Società Italiana di Neonatologia (SIN) e dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) sulle nuove strategie di prevenzione.
«L’allergia ha un eziologia plurifattoriale. Esiste in alcuni soggetti una predisposizione genetica (la probabilità di sviluppare una allergia quando nessuno dei genitori è allergico è pari al 15%, la percentuale sale al 50% se uno dei genitori è allergico ed arriva all’80% se entrambi sono allergici) ma questo non è sufficiente per scatenare un fenomeno allergico» spiega Antonello Arrighi, Specialista in Pediatria, Omeopata e Omotossicologo ad Arezzo. «È necessario che il soggetto sia esposto agli allergeni ambientali e in questi ultimi anni l’ambiente si è “imbibito” di allergeni. Pensiamo alla moquette, all’inquinamento, a cibi sempre più raffinati, ecc. Infine, la causa oggi ritenuta essere forse la più importante per lo sviluppo di un allergia, è l’alterazione dell’equilibrio del sistema immunitario. Con questo intendiamo dire che nel soggetto allergico il sistema immunitario è come impazzito, ha sviluppato troppo una sua parte a discapito di un’altra, e purtroppo la parte che ha ipersviluppato è proprio quella che produce gli anticorpi IgE responsabili della sensibilizzazione e della successiva manifestazione allergica».
Una teoria che potrebbe spiegare il motivo dell’aumento delle forme allergiche è l’ipotesi igienica. «Dati sperimentali dimostrano che se durante l’infanzia non si viene a contatto con virus e batteri non si ha la possibilità di sviluppare adeguatamente, come dire, la parte buona del sistema immunitario, facendo al contrario ipertrofizzare proprio l’altra parte, quella che produce le IgE» prosegue il pediatra. «Insomma, con una battuta, laviamo un po’ meno le mani dei nostri bambini se non li vogliamo allergici da grandi».
Per il trattamento delle allergie esistono farmaci efficaci, come antistaminici e cortisonici, oltre ai vaccini antiallergici. Ma anche l’omeopatia può aiutare a risolvere il problema, facendo salvo il fatto che nelle forme acute e iper-acute si deve ricorrere ai farmaci sopra citati. Sia con farmaci omeopatici che aiutano a riequilibrare la bilancia immunitaria, sia con prodotti attivi sui sintomi delle forme allergiche, come colliri o spray nasali.
«Certamente è importante che ci sia sempre un’attenta valutazione da parte del terapeuta, che deve discriminare se intervenire con il farmaco tradizionale o con quello omeopatico» conclude il dottor Arrighi.