Si è concluso NutriMI 2016, il forum di nutrizione pratica arrivato alla decima edizione. Sono circa 500 i partecipanti che hanno assistito alle varie sessioni tra il 21 e il 22 aprile 2016 a Milano presso la Fondazione Stelline. Quest’anno al centro dell’approfondimento e del dibattito le tematiche relative all’alimentazione più controverse sui social network e sui forum on line: olio di palma sì o no?, carne rossa cancerogena?, il glutine pericoloso?, e così via. Ma si è parlato anche di proteine animali del futuro e di latte nella nutrizione pediatrica.
Mentre mangiare sano sta diventando quasi una moda, il punto centrale è che cosa si intenda per “sano”. «Quel nutrizionismo per il quale tutto si riduce a un’attenzione affannosa per i nutrienti e le calorie, anziché considerare quel tutto in una logica globale di alimenti, stile di vita e benessere, facendo dimenticare alle persone che ogni giorno in tavola si mettono alimenti e non nutrienti, e che a nulla servono informazioni prese qua e là, se non si riesce ad armonizzarle in un piatto da preparare o in un modello alimentare da costruire e/o seguire» ha ricordato Ersilia Troiano, presidente Andid (Associazione Nazionale Dietisti). «Ciò che è davvero estremamente preoccupante è che siccome tutti mangiano, tutti credono di essere esperti di alimentazione, complici ancora una volta la rete e i social network».
Sulla presunta pericolosità dell‘olio di palma sono intervenuti vari esperti. «Recentemente, sono stati pubblicati alcuni studi su giornali scientifici internazionali di alto profilo che non hanno confermato l’esistenza di un’associazione tra acidi grassi saturi e malattie cardiovascolari» ha detto Elena Fattore, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. «L’evidenza scientifica disponibile fino a questo momento in letteratura non supporta che si possano verificare effetti negativi sulla salute legati all’attuale consumo alimentare di olio di palma». Anche sulla pericolosità del consumo di carne rossa, di recente inserita dall’OMS nella lista delle sostanze cancerogena le evidenze scientifiche ridimensionano i timori diffusi nella pubblica opinione. «Assimilare il fumo alla carne non torva sostanza, dato che la carne apporta nutrienti indispensabili per l’organismo, come i globuli rossi e il ferro» ha precisato Carlo Gambacorti Passerini, professore di Ematologia all’Università di Milano Bicocca. «La possibilità di arrivare a sviluppare un tumore ai polmoni è 10 volte maggiore se si fumano 1 o 2 pacchetti di sigarette al giorno, mentre non esiste una crescita esponenziale persino se si mangiano 100 g o 200 g di carne rossa al giorno».
A NutriMI 2016 si è parlato anche di proteine del futuro. «Si prevede che la popolazione mondiale passerà dagli attuali 7 miliardi di individui ad oltre 9 miliardi nel 2050 e stime FAO prevedono un aumento della domanda dei prodotti di origine animale pari al 50% entro il 2050» ha detto Antonella Baldi del Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, la Produzione Animale e la Sicurezza Alimentare, Università degli Studi di Milano. «In questo contesto molte specie di insetti possono essere considerati come candidati idonei per fornire proteine animali sostenibili. Più di 2mila specie di insetti sono consumate in molte parti del mondo non soltanto per il loro valore nutritivo ma anche per il loro gusto». La nutrizione nei primi anni di vita è stata dibattuta in una sessione organizzata in collaborazione con la Società Italiana di Nutrizione Pediatrica, SINUPE. «Dopo l’introduzione dei complementary foods nel primo-secondo anno di vita si registra un significativo incremento dell’intake proteico» ha spiegato Marcello Giovannini, professore emerito di Pediatria all’Università degli Studi di Milano e Presidente della European Academy of Nutritional Sciences. «Diventa allora cruciale il tipo di latte che accompagna gli alimenti solidi: sì al latte materno e, quando non è possibile, sì ai latti formulati a basso apporto proteico; sì anche alle fortificazione di formule e di baby food con ferro. Nei primi anni di vita il latte vaccino non è raccomandato, soprattutto se a ridotto contenuto di grassi».