Accolte con favore le raccomandazioni AIFA sulla contraccezione di emergenza

 

 

«Encomiabili e condivisibili le nuove raccomandazioni dell’Agenzia italiane del farmaco sulla contraccezione ormonale di emergenza a base di levonorgestrel per le donne in cura con di farmaci induttori degli enzimi epatici». Così Elsa Viora, presidente dell’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (AOGOI) commenta la nota sull’uso della “pillola del giorno dopo”.

 

«La giusta contraccezione di emergenza può essere una scelta efficace e sicura per prevenire le gravidanze indesiderate e per ridurre gli aborti. Il sempre più ampio ricorso a questa metodica è tuttavia un campanello d’allarme della scarsa educazione contraccettiva e della mancata autoprotezione dalle malattie sessualmente trasmesse. Le società scientifiche e le istituzioni devono lavorare insieme per promuovere una contraccezione responsabile e gratuita affinché l’emergenza non si ripeta».

 

L’Aogoi ricorda che le nuove raccomandazioni si riferiscono alle donne che desiderano ricorrere alla contraccezione di emergenza e che hanno usato farmaci induttori degli enzimi epatici, come per il trattamento dell’Hiv, dell’epilessia, delle infezioni fungine.

«La nota Aifa è l’occasione per sottolineare che il ricorso alla “pillola del giorno dopo” è conseguenza di un rapporto sessuale non protetto o del fallimento del metodo contraccettivo usato. La richiesta di contraccezione di emergenza, quindi, può e deve essere l’occasione per ridiscutere la scelta contraccettiva con la coppia, in particolare se non si può ricorrere alla contraccezione ormonale. Sul fronte dei comportamenti a rischio, serve un maggiore impegno educativo all’autoprotezione, sia procreativa sia della salute sessuale di donne e uomini» riprende Elsa Viora.

 

L’Aogoi è da sempre impegnata a promuovere la conoscenza su questo tema, sia verso l’opinione pubblica sia verso gli operatori sanitari. «Si tratta di un lavoro di sensibilizzazione che deve affiancarsi all’adozione di politiche a favore di una contraccezione sempre più informata e responsabile, ma anche gratuita, poiché l’acquisto dei contraccettivi non può essere sempre a totale carico dei cittadini. Inoltre, un investimento pubblico a sostegno della contraccezione non produrrebbe soltanto un beneficio per la salute dei cittadini, in particolare dei più giovani, ma anche risparmi per il servizio sanitario nazionale in virtù di un minor ricorso ai ricoveri e agli interventi chirurgici per le interruzioni volontarie di gravidanza» conclude Elsa Viora.

 

(Cesare Betti)