Il 65% dei diabetici in cura con insulina non misura correttamente la glicemia e a un miglior controllo della glicemia si associano minori costi assistenziali. Sono i risultati dello studio condotto da CliCon e promosso da Abbott su circa 4.000 persone con diabete statisticamente rappresentative della realtà italiana.
I dati dello studio dimostrano che chi non effettua il controllo della glicemia in modo efficiente va incontro a una percentuale di ipoglicemia quasi triplo rispetto a chi si controlla regolarmente (27,3 per 100 anni persona vs 10,6), con un tasso di ospedalizzazione doppio (60,8 per 100 anni persona vs 30,0). Inoltre, si ha un consumo di risorse sanitarie maggiore da parte delle persone poco attente all’autocontrollo (€ 3.000 vs € 2.700), soprattutto per quanto riguarda i costi delle ospedalizzazioni (€ 2.500 vs € 1.500), superiori del 66%.
Il diabete è un’epidemia in costante crescita, destinato a essere la principale causa di disabilità e di mortalità nei prossimi venti anni» afferma Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia. «Un buon controllo potrebbe ridurre in modo sostanziale il numero di complicanze, limitare i costi della malattia e migliorare la qualità della vita. Fra i bisogni più importanti dei diabetici c’è la possibilità di controllare il livello della glicemia in modo semplice e meno fastidioso, cioè non solo al dolore della puntura sul dito, ma anche all’interferenza con le normali attività di tutti i giorni. La strada da percorrere è una più attenta personalizzazione e la tecnologia ci può dare una mano con sistemi di monitoraggio innovativi» conclude Salvatore Caputo.
(Cesare Betti)