Risultati positivi per Erenumab nei pazienti con emicrania episodica

 

 

Risultati positivi dello studio di fase IIIb Liberty, che ha valutato efficacia e sicurezza di erenumab 140 mg nei pazienti con emicrania episodica che hanno fallito da due a quattro terapie per mancanza di efficacia o effetti indesiderati.

 

I risultati di questo studio hanno messo in evidenza un numero significativamente maggiore di pazienti in terapia con erenumab che hanno avuto una riduzione di almeno il 50% del disturbo rispetto al gruppo di pazienti trattati con placebo. I dati di sicurezza sono in linea con quelli di studi su erenumab condotti finora.

 

L’efficacia e la tollerabilità di erenumab sono state valutate durante studi clinici che hanno coinvolto oltre 3.000 pazienti, incluso uno studio di estensione in aperto tuttora in corso, che avrà una durata fino a cinque anni.

 

«Questi risultati vanno ad aggiungersi al numero di evidenze a favore di erenumab in tutti i pazienti con emicrania, da quelli che hanno assunto farmaci preventivi per la prima volta fino a quelli che hanno fallito diverse terapie» ha precisato Danny Bar-Zohar, del Global head di Neuroscience development presso Novartis. «Siamo impazienti di rendere disponibile il prima possibile il farmaco, che rappresenta la prima opzione terapeutica preventiva mirata per l’emicrania».

 

Erenumab, infatti, è l’unico anticorpo monoclonale sperimentale interamente umano progettato per antagonizzare il recettore del peptide correlato al gene della calcitonina (Cgrp, Calcitonin-gene-related-peptide), che si ritiene abbia un ruolo importante nello scatenare l’emicrania. Al contrario, le attuali terapie preventive sono state mutuate da altre indicazioni e sono spesso associate a scarsa tollerabilità e a mancanza di efficacia.

 

In caso di approvazione, erenumab verrà somministrato una volta al mese tramite un dispositivo di auto-iniezione. Novartis e Amgen co-commercializzeranno la molecola negli Stati Uniti, Amgen mantiene i diritti esclusivi di commercializzazione del farmaco in Giappone, mentre Novartis detiene i diritti nel resto del mondo.

 

(Cesare Betti)