Prevenire gli eventi avversi in cardiologia e ridurre gli arresti cardiaci è possibile attraverso il monitoraggio di pochi parametri vitali. È quanto emerso dallo studio internazionale Vital, che ha coinvolto 5 Paesi, 12 reparti di medicina generale e oltre 18 mila pazienti. I risultati hanno dimostrato l’efficacia di nuove tecnologie di monitoraggio automatizzato, sviluppate dalla ricerca Philips, in grado di riconoscere con maggior rapidità i pazienti a rischio, consentendo un più rapido intervento. Durante il 25° Simposio mostra anestesia, rianimazione e terapia intensiva di Milano, si è discusso di come ridurre i giorni di ospedalizzazione, l’incidenza di arresti cardiaci e di eventi avversi, salvaguardando la salute delle persone e l’efficienza economica delle strutture ospedaliere.

Gli eventi avversi in cardiologia sono episodi apparentemente improvvisi, che in realtà vengono annunciati dal peggioramento dei parametri vitali, campanello d’allarme per un pronto intervento al momento giusto per il paziente. Il monitoraggio dei parametri vitali e l’intervento tempestivo sono aspetti fondamentali per la salvaguardia della vita del paziente, cui si accompagnano nuove strategie e soluzioni di monitoraggio per riconoscere con rapidità le persone a rischio e ridurre gli eventi gravi.

L’analisi degli studi ha evidenziato la presenza di eventi avversi in cardiologia in area medica (37,5%), chirurgia (30,1%), pronto soccorso (6,2%) e ostetricia (4%). La media italiana è del 5,5%, percentuale minore rispetto alla media di studi internazionali (9,2%). Il 56,7% degli eventi si possono prevenire con il monitoraggio dei parametri vitali. I parametri vitali di base da monitorare per ridurre il rischio e identificarlo in tempo sono 5 anche se, secondo il protocollo dei singoli ospedali, si possono monitorare un numero maggiore di segni vitali: frequenza respiratoria, pressione sistolica, frequenza cardiaca, temperatura, punteggio della scala di valutazione dello stato di coscienza.

(Cesare Betti)