Sono 13mila i farmacisti disoccupati nel nostro Paese.
Secondo i dati riferiti da Federfarma, i farmacisti italiani sono circa 79mila. Si tratta di un numero elevato, che pone l’Italia al primo posto nella classifica dei Paesi europei per quanto riguarda il numero di professionisti del benessere. Al secondo posto si classifica la Francia, con poco più di 72 mila persone, e al terzo posto la Spagna, con quasi 72 mila.
Tuttavia, secondo i dati riferiti della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) dell’ottobre 2017, a questa supremazia non coincide la domanda di mercato, che invece parla di sovrannumero.
Dalle stime della Commissione europea, l’Italia avrebbe bisogno di circa 1.500 farmacisti l’anno. Secondo i dati della Fofi, sono già circa 100 mila gli iscritti all’Ordine dei farmacisti e 3-4 mila persone ogni anno si iscrivono all’albo professionale. Confrontando i dati, appare chiaro che esiste un eccesso di iscritti di almeno 2.500 persone l’anno.
Continuando di questo passo, in vent’anni si avrebbero circa 50 mila nuovi farmacisti disoccupati, che andrebbero a ingrossare le file di quei quasi 13 mila che già oggi sono in cerca di lavoro. Situazione che, senza adeguati provvedimenti, con il tempo è destinata a peggiorare ulteriormente.
Come ha precisato la Fofi, dopo aver denunciato questo rischio, d’intesa con il ministero della Salute, nel 2017 la Conferenza Stato-Regioni ha stabilito il fabbisogno di farmacisti in diminuzione, fissandolo a 448 unità l’anno. Di conseguenza, si avranno sempre più aspiranti farmacisti e sempre più farmacisti senza lavoro.
Questi dati erano già evidenti tre anni fa. Secondo il rapporto effettuato da Groupment pharmaceutique de l’Union européenne (PGEU), nel 2015 l’Italia era il paese europeo con il maggior numero di laureati in farmacia: oltre 70 mila. Si tratta di una moltitudine che fa riflettere, se si pensa che il secondo Paese nella classifica era la Francia che nel 2015 aveva 55.454 laureati, e dall’altro che l’Italia era al secondo posto nella classifica dei Paesi con il numero più alto di dipendenti per farmacia, ma soltanto al quinto posto per numero di farmacie.
Secondo l’ultima indagine del Consorzio AlmaLaurea, con dati relativi al 2016, negli ultimi anni è cresciuto enormemente il numero di giovani che si sono laureati in farmacia e in farmacia industriale: 3.927 nel 2011, 4.738 nel 1023 e ben 5.376 nel 2015 (con una notevole percentuale di donne, ben il 73,7% dei laureati).
Oltre all’aumento dei laureati e alla riduzione dei posti di lavoro, a far aumentare i disoccupati è stata una minore domanda di informatori medico-scientifici da parte delle aziende farmaceutiche, uno dei possibili lavori per chi si laurea in farmacia.
Secondo la Fofi, inoltre, a creare questa condizione ha contribuito anche la stampa, in particolare quella economica, che ha individuato spesso negli studi in farmacia uno sbocco sicuro nel mondo del lavoro.
Poiché questi dati sottolineano l’eccessivo numero di laureati in farmacia, la Fofi si è attivata presso le opportune sedi istituzionali affinché vengano prese alcune misure, tra cui il numero chiuso a livello nazionale, così da evitare un ulteriore aumento di farmacisti senza impiego.
(Cesare Betti)