Oltre l’86% dei farmacisti ospedalieri europei ha difficoltà nel trovare farmaci e ben il 66% denuncia che si tratta di una situazione quotidiana o settimanale. Inoltre, il 51,8% dei casi interessa i farmaci originator, mentre la percentuale aumenta se si valuta la situazione italiana: nel nostro Paese, la carenza di questi medicinali si aggira intorno a poco meno del 60%.

Sono i dati emersi dal rapporto dell’Associazione europea dei farmacisti ospedalieri (Eahp). Dopo aver intervistato oltre 600 farmacisti ospedalieri di 36 diversi Paesi europei, i risultati hanno fornito uno stato allarmante di come la carenza di farmaci stia condizionando le cure in tutto il continente. I farmaci più interessati dal problema a livello europeo riguardano quelli per le infezioni (56,7%), per il cancro (54,5%), per le emergenze e per le patologie cardiovascolari (entrambi al 30,4%) e per gli anestetici (26%).

E per quanto riguarda il nostro Paese? Insieme a Malta, l’Italia è tra le nazioni con le più gravi carenze di farmaci per malattie cardiovascolari (oltre il 60%). Nel documento vengono riportati i nomi di alcuni principi attivi di cui è stata segnalata la carenza da tre o più membri dell’Eahp per ogni stato.
Per quanto riguarda gli antibiotici, in Italia si hanno carenze per l’amoxicillina e il linezolid; tra gli antitumorali, il cisplatino, il methotrexate e la vincristina, tra quelli usati in cardiologia, il labetatolo e la furosemide; mentre tra gli antidolorifici, si segnalano carenze per l’ibuprofene. Per altre indicazioni terapeutiche, problemi si hanno con la levotiroxina, le immunoglobuline e il lorazepam.

Le farmacie ospedaliere riferiscono che la maggior parte delle carenze sono dovute al canale dei grossisti (46,3%) e a quello delle aziende farmaceutiche di farmaci branded (39,8%). La durata di queste carenze può essere lunga e causare importanti effetti per alcune cure salvavita.

I farmacisti ospedalieri europei denunciano gli elevati costi per il tempo sprecato per cercare nuove forniture alternative, l’aumento di stress e confusione, nonché i frequenti costi per l’approvvigionamento di farmaci sostitutivi.
«Per troppo tempo il problema non è stato affrontato» precisa Roberto Frontini, presidente di Eahp. «È arrivato il momento di proteggere i cittadini europei dalle minacce sanitarie e di affrontare il problema. Abbiamo bisogno di sistemi per garantire la comunicazione anticipata di interruzioni di fornitura, che specifichino cause, durata e alternative disponibili».
Le soluzioni? Occorrono criteri per un’equa distribuzione in caso di penuria secondo le esigenze dei malati e non gli interessi commerciali, che la Commissione europea si impegni nel fare indagini e trovare soluzioni.

(Cesare Betti)