Istituito dalla regione Emilia Romagna un gruppo di lavoro sulla fibromialgia.
Si tratta della prima Determina regionale in Italia sulla fibromialgia, che interessa il 2-4% della popolazione, con circa 900mila malati. Il gruppo di lavoro riunisce l’Associazione malati reumatici Emilia Romagna (Amrer) ed esperti delle tre aree emiliano-romagnole per dare risposte concrete ai bisogni dei pazienti e dei loro caregiver.
Il gruppo tecnico è formato da 15 esperti e lavorerà a pieno ritmo fino al 31 dicembre. Nei prossimi mesi il gruppo di lavoro si adopererà per migliorare la conoscenza della fibromialgia e la sua epidemiologia, per stabilire l’appropriatezza diagnostica e terapeutica, per proporre percorsi e prestazioni assistenziali corretti e, infine, per programmare interventi di comunicazione e di formazione per operatori, pazienti e loro famiglie.
La fibromialgia è una malattia molto frequente, ma difficile da riconoscere per la mancanza di specifici esami. Anche a seguito del dibattito nazionale, nato per fare chiarezza sulla gestione della patologia, al quale hanno partecipato Amrer, istituzioni regionali, clinici e cittadini, arriva la prima Determina a livello nazionale, pubblicata di recente sulla Gazzetta Ufficiale, con la quale la regione Emilia Romagna costituisce un gruppo di lavoro dedicato alla fibromialgia.
«La valenza di questa iniziativa è duplice» dice Sergio Venturi, assessore alle politiche della salute della regione Emilia Romagna. «Da un lato il suo valore consiste nel coinvolgimento delle associazioni dei pazienti, che consentirà un attento lavoro di rilevamento del bisogno e della programmazione necessaria, dall’altro è di tipo scientifico, considerato il rapporto che abbiamo con il ministero della Salute per individuare criteri diagnostici della fibromialgia».
«Questa Determina della regione Emilia Romagna non è la soluzione del problema, ma una concreta presa d’atto del bisogno dei malati e la volontà dei politici regionali di fornire risposte concrete e valide per realizzare i bisogni dei malati» dichiara Daniele Conti, responsabile area progetti Amrer. «Come associazione apprezziamo la risposta data dalla regione Emilia Romagna; ora dobbiamo lavorare sodo per raggiungere quanto prima proposte condivise e per fornire una presa in carico dei pazienti reale, appropriata ed efficace. L’urgenza di offrire una risposta concreta nasce anche dalla necessità di spezzare la catena di soluzioni che spopolano sul web e che espongono a seri rischi i malati, oltre a incidere in modo negativo a livello economico».
(Cesare Betti)