Come emerso dai dati dell’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali, è poco utilizzato il fondo dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) per l’impiego a carico del Sistema sanitario nazionale di farmaci orfani per la terapia delle malattie rare e di farmaci. Invece, rappresenterebbe una speranza di cura per particolari e patologie importanti, in attesa della commercializzazione.

 

Sostenuta dai Centri di riferimento per la cura del cancro e dal movimento “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” coordinato da Salute Donna Onlus, con un’interrogazione parlamentare la Senatrice Bisinella del Partito Fare e membro dell’Intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro” ha chiesto la revisione dei criteri interpretativi della legge. Scopo dell’iniziativa è favorire l’estensione del fondo a farmaci/indicazioni non ancora rimborsate, ma confortate da evidenze scientifiche per forme tumorali con alterazioni genetiche fortemente aggressive.

 

Istituito con la Legge n. 326 del 2003, il fondo AIFA farmaci orfani risale al 2003. Da allora la ricerca medica ha fatto molti progressi e oggi è necessario che a questo fondo possano accedere anche le cure per forme rare di tumore dovute ad alterazioni genetiche e con un’incidenza simile alle malattie rare. A questo si aggiunge il fatto che il Fondo è sotto utilizzato: nel 2016 sono stati impiegati solo 7,4 milioni di euro su 24,5 milioni disponibili.

 

«È per questa ragione che nel mio atto di sindacato ispettivo ho richiesto al Governo di farsi promotore di una nuova interpretazione dei criteri di accesso al Fondo stesso», spiega Patrizia Bisinella. «Le risorse sono disponibili, ma usate in modo discontinuo e insufficiente: la politica ha il dovere di dare risposte ai pazienti con patologie tumorali particolarmente gravi e tipizzate da mutazioni/alterazioni genetico-molecolari che non possono aspettare la rimborsabilità del farmaco o l’estensione delle indicazioni».

 

«Ho fatto appello alla Legge 326, chiedendo la possibilità di avere a disposizione i farmaci necessari per pazienti con patologie tumorali con bassissima incidenza e particolarmente gravi, pazienti che non possono attendere», precisa Marina Garassino, responsabile della struttura semplice di Oncologia medica toraco-polmonare all’Istituto nazionale tumori di Milano. «Oggi esistono farmaci a bersaglio molecolare sempre più efficaci anche nei casi di tumori molto aggressivi, caratterizzati da valori di incidenza sovrapponibili a quelli delle malattie rare. Mi auguro si possa poter accedere a questi farmaci attraverso le risorse già stanziate dal fondo, affinché i pazienti possano accedervi e avere una speranza di cura».

 

(Cesare Betti)