Sette proposte per modificare e dare il via alla riforma dell’Ente nazionale previdenza e assistenza dei farmacisti (Enpaf). Scopo dell’iniziativa è dare una decisa svolta alla situazione pensionistica di tutti i farmacisti. Inoltre, la Federazione presenterà a Emilio Croce, presidente dell’Enpaf, una petizione dove saranno elencate le proposte di modifica per portare miglioramenti al futuro della professione non soltanto dei giovani, ma di tutte le età e le categorie di farmacisti, titolari e non titolari di farmacia.
«Invitiamo tutti i farmacisti a sottoscrivere la petizione, consultabile sul sito Fenagifar», avverte Davide Petrosillo, presidente Fenagifar. «Maggiore sarà il numero di adesioni, più forza avrà la nostra richiesta nei confronti dell’Enpaf per ottenere migliori condizioni per la nostra posizione pensionistica. Con questa proposta ci siamo permessi di evidenziare le principali aspettative di molti farmacisti, a partire dai giovani che più di tutti hanno ragione di chiedere modifiche che possano portare a concreti miglioramenti per il futuro. Vogliamo farci portavoce di tutti i farmacisti: un atto simbolico e significativo che parte dalle giovani generazioni».
Gestione ENPAF: ecco le modifiche proposte.
Obbligo di attività professionale. Abolizione dell’obbligo dell’attività professionale per dare l’opportunità a tutti di godere di prestazioni pensionistiche, senza obbligatorietà di un minimo di anni di contributi. Oggi è previsto il versamento dei contributi per almeno 20 anni o, in caso di mancato raggiungimento della soglia minima, la perdita del diritto alla pensione.
Contributo di solidarietà. Fenagifar chiede che venga data la possibilità di versare il contributo di solidarietà solo ai pensionati attivi professionalmente. Per chi versa già ad altro Ente si rende necessario prevedere un contributo di pari importo al contributo di solidarietà, che vada ad alimentare un fondo pensione riscattabile, più accettabile per la maggior parte degli iscritti.
Ripristino dei contributi ridotti per i neo iscritti per i primi 3 anni. Secondo Fenagifar, individuare forme speciali di contribuzione, come prevedere un contributo di mille euro, almeno per i primi tre anni di iscrizione, qualunque sia il tipo di contratto in atto, da applicare in tutti i casi in cui non si possa far valere il diritto alla riduzione.
Contributo 0,90%. Si richiede una modifica, versato solo dalle farmacie in una misura media di circa 5mila euro l’anno, senza alcuna prestazione aggiuntiva come corrispettivo. Fenagifar propone che per i farmacisti iscritti che la versano, venga trasformata in una forma aggiuntiva di prestazione pensionistica.
Contributo di solidarietà solo post-pensionamento. Oggi gli iscritti all’Ordine che svolgono un’attività, sono obbligati a pagare la quota intera Enpaf anche dopo il pensionamento. Fenagifar chiede che si possa mantenere l’iscrizione dopo il pensionamento Enpaf o Inps pagando il solo contributo di solidarietà.
Iniquità. Riformulare in modo più equo il regolamento dell’Ente, eliminando alcune discriminazioni.
Rapporti con gli iscritti. Si auspica una minor rigidità nell’applicare alcune regole, soprattutto quelle rivolte ai giovani iscritti, senza stravolgere il regolamento dell’Ente e fornire ai giovani una maggiore informazione.
(Cesare Betti)