21 giugno: Giornata nazionale contro leucemie, linfomi e mieloma
Leucemie, linfoma e mielomi: ogni anno si celebra la giornata nazionale della lotta a queste patologie. Al centro della giornata, che nel 2017 si celebra il 21 giugno, i progressi nella terapia, diagnostica e qualità di vita nel trattamento del mieloma multiplo.
Dalle 8 alle 20 di mercoledì 21 giugno, al numero verde 800-226.524 illustri ematologi italiani risponderanno alla domande di pazienti e familiari. Ulteriori informazioni si possono avere consultando il sito www.ail.it.
«Ogni anno, la giornata nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma si concentra su temi diversi: quest’anno ci occupiamo soprattutto di diagnostica, terapia e qualità di vita dei pazienti affetti da mieloma multiplo che, grazie alle terapie che hanno rivoluzionato la cura, oggi hanno una prospettiva di vita molto migliore» dichiara Franco Mandelli, presidente nazionale dell’Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma (Ail).
Il quadro di riferimento che ha reso possibili questi sviluppi è quello dell’Ematologia di precisione, l’approccio che unisce terapie mirate e diagnostica molecolare avanzata per calibrare le cure sulle caratteristiche molecolari delle malattie del sangue con grandi benefici in termini di efficacia e minori effetti collaterali.
Negli ultimi anni sono stati compiuti straordinari progressi, soprattutto in alcune patologie, come nel mieloma multiplo. Se per questa malattia, fino a pochi anni fa era a disposizione la sola chemioterapia, oggi, grazie a farmaci innovativi con nuovi meccanismi d’azione – come gli immunomodulanti, gli inibitori del proteosoma e gli anticorpi monoclonali– la risposta terapeutica è migliorata, con minore tossicità e migliore qualità di vita.
«L’accesso alle nuove terapie è regolato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa)», spiega Fabrizio Pane, presidente della Società italiana di ematologia. «Negli ultimi anni la nostra Società ha iniziato una proficua collaborazione con l’Associazione italiana registro tumori (Airtum), con l’obiettivo di stabilire nel modo migliore il numero di pazienti affetti dalle principali patologie ematologiche di tipo neoplastico. I risultati costituiscono uno strumento epidemiologico molto prezioso per l’Aifa e per l’industria farmaceutica, necessario alla immissione di nuovi fermaci in Italia e rendere disponibili nuove strategie terapeutiche».
Le ricerca di nuovi farmaci e di nuove possibilità terapeutiche richiede investimenti importanti, che devono essere sostenuti per lunghi periodi. Solo in questo modo si possono fare tutti i test per verificarne efficacia e sicurezza per il destinatario finale, cioè il paziente.
Oltre ai farmaci, c’è anche la possibilità di ricorrere al trapianto di cellule staminali.
«Il trapianto di cellule staminali viene eseguito in pazienti che non abbiano comorbidità e che siano ritenuti idonei a tollerare un trattamento chemioterapico ad alte dosi», precisa Michele Cavo, direttore dell’istituto di Ematologia all’azienda ospedaliero universitaria Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. «Negli studi clinici europei, il trapianto autologo è stato riservato a pazienti con meno di 65 anni di età. Tuttavia, nella pratica clinica può essere eseguito in persone fino a oltre 70 anni in buone condizioni generali e che non abbiano patologie concomitanti».
(Cesare Betti)