Una nuova sfida da vivere insieme” è il nome del fumetto contro le malattie reumatiche realizzato da Apmar, l’Associazione persone con malattie reumatiche, con il contributo di Bristol-Myers Squibb.

L’iniziativa nasce per  aiutare il bambino e la famiglia ad avere un miglior approccio con questo tipo di patologie. Considerate malattie dell’età adulta, le malattie reumatiche sono invece una realtà anche in età pediatrica: sono in media 10mila i piccoli che ogni anno ne sono colpiti, bambini e famiglie che si trovano spesso impreparati ad affrontare la nuova condizione.

«Con un linguaggio universale, la nostra associazione ha realizzato un fumetto che vuole parlare a diverse generazioni, dai bambini ai nonni, per migliorare la condizione dei piccoli pazienti» afferma Antonella Celano, presidente dell’Associazione persone con malattie reumatiche (Apmar). «È molto importante superare il pregiudizio che porta a escludere nei bambini le malattie reumatiche, sensibilizzando genitori, insegnati e medici, ma anche i bambini stessi. È fondamentale cogliere i primi segni della malattia, affinché non si abbiano esperienze di diagnosi ritardate e sintomi sottovalutati, inconcepibili e inaccettabili nel 2015».

«Con un linguaggio che non ha età e sa parlare a tutti, il fumetto può svolgere un ruolo rilevante per spiegare che cos’è una malattia reumatologica e come possa essere superata» spiega Laura Bianconi, membro della Commissione igiene e sanità del Senato della Repubblica. «Comprendere le prime difficoltà, aiutare i ragazzi, ma anche genitori, insegnanti e compagni di scuola a condividere anche un evento drammatico, evitando quel senso di isolamento che la malattia porta con sé, facendo sentire “diverso” chi ne è colpito».

«Si chiamano malattie reumatologiche, al plurale, proprio perché sono tante» spiega Fabrizio De Benedetti, direttore della Divisione di reumatologia all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. «La più diffusa è l’artrite idiopatica giovanile, segue il lupus eritematoso sistemico, la dermatomiosite giovanile, la sclerodermia, la spondiloartropatia giovanile e molte altre ancora. Per alcune ci sono cure riconosciute, mentre per altre la ricerca sta ancora lavorando a terapie adeguate».

(Cesare Betti)