Incontinenza urinaria: problema di sanità pubblica.
L’incontinenza urinaria è tra le 5 malattie più costose e diffuse al mondo. In Italia colpisce il 20-30% delle donne e il 5-10% degli uomini.
Si tratta di un problema sanitario e sociale di enormi dimensioni, non sempre diagnosticato, che può essere contrastato in modo significativo. Ne sono convinte la Società italiana di urodinamica, la Fondazione Siu urologia, l’Associazione italiana di urologia ginecologica e del pavimento pelvico e la Fondazione italiana continenza, presentando nuovi modelli di assistenza.
Anche se lentamente, alcune regioni, come Lazio e Piemonte, stanno realizzando soluzioni totalmente a carico del Servizio sanitario nazionale.
«Invece dei farmaci o dei pannoloni, in caso di incontinenza urinaria da urgenza o neurologica, il paziente può avere un risultato risolutivo quasi immediato, in genere entro 2-3 settimane e che dura per 6-12 mesi, il tutto a carico del Servizio sanitario nazionale, anche per gli esami necessari prima e dopo la cura» ha spiegato Mauro Cervigni, del Centro di medicina e chirurgia ricostruttiva pelvica femminile al policlinico Gemelli di Roma.
Come hanno sottolineato le Società scientifiche, significa semplificare le procedure, in quanto si ha una presa in carico globale del paziente, senza indirizzarlo in più posti per i vari esami.
«Per il 2016 è stimata una spesa per il Sistema sanitario nazionale di circa 360 milioni di euro, dove i costi per i presidi sanitari come i pannoloni hanno un grande peso» ha detto Antonio Carbone, direttore Uoc di urologia, all’università Sapienza di Roma.
«Anche la spesa per i malati è alta, specie per l’acquisto dei farmaci per l’incontinenza da urgenza a totale carico dell’utente, che corrisponde a una media annua di circa 550 euro a persona. Poiché sono esclusi dal calcolo i costi indiretti e quelli della filiera distributiva di presidi e farmaci, la spesa è ancora maggiore. La ricerca di nuove cure, come la tossina botulinica, ha lo scopo di migliorare sia la qualità di vita dei pazienti sia di contenere la spesa per il sistema sanitario e per il malato».
L’infiltrazione vescicale con tossina botulinica, mininvasiva e ripetibile, è utile quando i farmaci falliscono. Il Sistema sanitario di alcune regioni ha approvato un pacchetto ambulatoriale, cioè un sistema di cura da fare in ambienti pubblici che consente un percorso rapido, dalla diagnosi al trattamento: il cosiddetto Pac.
Questo consentirà l’avvio negli ambulatori specialistici di giorni dedicate alla cura, riducendo i tempi di attesa e aumentando il numero di prestazioni.
Il trattamento è indicato alle persone con incontinenza urinaria da urgenza spesso secondaria a iperattività detrusoriale e con contrazioni involontarie del muscolo vescicale, e consiste in infiltrazioni nella parete vescicale mediante cistoscopia, con dosaggi fissi di tossina botulinica di tipo A.
La prestazione può essere fatta in sede ambulatoriale, in day-hospital o ricovero in base all’organizzazione della regione e/o delle condizioni di salute del paziente.
(Cesare Betti)