Grazie alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, infermieri e fisioterapisti da poco tempo hanno fatto il loro ingresso nelle farmacie. I servizi possono essere svolti solo da persone in possesso del titolo abilitante in base alla vigente normativa e iscritti al collegio professionale.

Le prestazioni sono erogate su prescrizione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Come ogni libero professionista, anche l’infermiere presta la sua attività su richiesta dell’assistito, spesso costretto a far fronte a esigenze dovute ai bisogni di salute. A questo punto ecco entrare in gioco l’infermiere, che informa il malato sullo stile di vita più idoneo alla sua situazione e chiarisce i dubbi che non saprebbe come superare. Non per nulla, sui bugiardini dei farmaci comincia ad apparire la scritta: in caso di dubbi sulla somministrazione o di effetti collaterali rivolgersi al medico, al farmacista o all’infermiere.

Come ha sottolineato Annalisa Silvestro, presidente della federazione nazionale collegi infermieri Ipasvi, il crescente fenomeno delle badanti rischia di coinvolgere persone non preparate, che non danno garanzie di professionalità, controllo e prevenzione sui pericoli dovuti alla situazione del malato. Aumentano, così, i rischi per i cittadini, creando situazioni di illegalità fiscale.

È scritto nella norma sulla farmacia dei servizi che farmacista e professioni sanitarie diano il via a una collaborazione per il cittadino per snellire il sistema. Il cittadino sa dove si trova la farmacia e si rivolge al farmacista, in quanto ne conosce la bravura e l’organizzazione. E se questa rete è in grado di offrire di più con altre professionalità, sarà uno dei primi punti di riferimento sul territorio.

I modelli di collaborazione e integrazione tra infermiere libero professionista e farmacia fanno parte del progetto “Farmacia dei servizi”. Si tratta di applicare le norme già in vigore, che prevedono nella farmacia spazi per prestazioni offerti dagli infermieri gestiti con aree riservate e servizi di contatto diretto con infermieri o con strutture infermieristiche dove possono organizzarsi in gruppi di assistenza.

(Cesare Betti)