Sono oltre 5 milioni gli italiani con problemi di insufficienza renale cronica, e molti sono pendolari verso l’ospedale (3 volte a settimana, per 4 ore in orari stabiliti), con costi enormi di tempo e di denaro, poiché i centri di dialisi pubblici che offrono la dialisi peritoneale sul territorio sono solo 240. La dialisi peritoneale è un trattamento semplice anche per gli anziani, da fare in ogni momento del giorno, non obbliga a spostamenti e riduce i costi per il sistema sanitario. Come è emerso dall’XVII convegno del Gruppo di studio dialisi peritoneale svoltosi a Montecatini (Pistoia), in Italia manca la cultura verso questa cura non soltanto tra le istituzioni, ma anche tra il 35% degli specialisti che non fanno dialisi peritoneale, sia fra i medici di medicina generale e i giovani nefrologi. Solo Piemonte, Sicilia, Campania e Puglia hanno iniziato un’attività di sensibilizzazione e diffusione, ma c’è ancora molto da fare per soddisfare il bisogno di queste persone.
«Si stima che circa 40 mila pazienti di età tra 35 e 79 anni hanno un’insufficienza renale seria» spiega Roberto Corciulo, coordinatore del Gruppo di studio dialisi peritoneale e nefrologo al Dipartimento di nefrologia, dialisi e trapianto dell’A.O. del policlinico di Bari. «Sono pazienti candidati alla dialisi, con un incremento di circa 10 mila nuovi casi all’anno. Tuttavia di quelli in trattamento dialitico, solo 4.300 circa (9,5%) possono usufruire di una cura domiciliare, poiché un terzo dei centri di nefrologia del territorio non offrono questo servizio».
Occorre dunque sensibilizzare medici, farmacisti, istituzioni e regioni sulla conoscenza non solo del problema, ma anche dei benefici e delle eccellenze di cura per chi soffre di insufficienza renale cronica. Tra le cause ci sono il diabete e l’ipertensione arteriosa, seguite dalle malattie renali e dalle forme ereditarie, mentre in oltre il 20% la causa è sconosciuta. Per allontanare il rischio di insufficienza renale, è bene non sottovalutare alcuni segni premonitori.
«Il primo sintomo è la comparsa di alterazioni delle urine, a volte con tracce di sangue, anche se non accompagnate da disturbi a urinare» avverte la dottoressa Claudia Del Corso, responsabile dialisi peritoneale all’U.O. di nefrologia e dialisi all’Usl 3 di Pistoia. «L’aumento della pressione arteriosa è un altro segnale importante e alcune modificazioni del corpo, come gonfiori alle gambe e al volto associati all’aumento del peso. Questi segni possono indicare un’anomalia della funzione renale: quindi, il controllo della pressione arteriosa e l’esame delle urine sono i primi test in grado di rivelare anomalie dei reni. Anche lo stile di vita è importante: occorre curare anche l’alimentazione, con una dieta bilanciata e scarso contenuto di sale, accompagnata da una costante attività motoria».
(Cesare Betti)