Un approccio di tipo nutrizionale o nutraceutico può svolgere un effetto protettivo per cuore e circolazione. Le sostanze naturali, inoltre, possono contribuire a ridurre le dosi dei farmaci usati da chi ha problemi cardiocircolatori, riducendo gli eventuali effetti collaterali delle cure. Sono i messaggi lanciati dagli esperti riuniti a Catanzaro per il simposio New trends in cardiovascular therapy, organizzato dall’Università Magna Grecia di Catanzaro e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini.
«Ancora oggi, la cura di alcune malattie cardiache, come lo scompenso cardiaco, è in continuo divenire» spiega Vincenzo Mollace, docente di farmacologia all’Università Magna Graecia di Catanzaro e chairman del simposio. Stesse problemi ci sono per la cura dell’ipertensione arteriosa, dove di recente è stato introdotto l’uso di terapie farmacologiche combinate, che associano diversi farmaci antipertensivi. «Grazie alle nuove indicazioni delle Linee guida della Società europea di cardiologia e della Società europea dell’ipertensione cominciamo ad avere riferimenti importanti non solo dall’uso di questi farmaci, ma anche da quello farmacoeconomico».
L’aumento di colesterolo, trigliceridi, glicemia e la riduzione di colesterolo buono (Hdl) aumentano il rischio di malattie cardiovascolari, soprattutto di cardiopatia ischemica. Il rischio cardiometabolico, cioè la combinazione di tali condizioni, è un moltiplicatore di rischio rispetto al rischio ordinario. «I farmaci più usati per curare questa condizione sono le statine, ma a volte possono avere effetti collaterali e causare una sospensione della terapia, prima ancora di aver raggiunto l’obiettivo» prosegue Vincenzo Mollace. «Di recente si è visto come un approccio anche di tipo nutrizionale o nutraceutico, oppure l’aggiunta di alcuni integratori antiossidanti e per i quali c’è una seria documentazione scientifica, possono aiutare a raggiungere livelli di colesterolo accettabili. Anche se le statine restano farmaci insostituibili, grazie alle supplementazioni nutrizionali si può raggiungere il dimezzamento delle dosi, con miglioramento della risposta terapeutica».
Tra le sostanze naturali che possono essere usate, c’è il bergamotto, come di recente ha dimostrato uno studio di Vincenzo Mollace. Le proprietà curative di quest’grume e dei suoi derivati sono note da tempo, da quelle cosmetologiche alla disinfezione, sino a quelle più recenti nel campo della nutrizione. Meno noti, invece, sono gli effetti della frazione non volatile dell’olio essenziale del bergamotto, ricco di sostanze attive. «In particolare, recenti studi condotti nei nostri laboratori hanno dimostrato che la frazione non volatile dell’olio essenziale di bergamotto produce effetti antiproliferativi sulle cellule lisce dei vasi sanguigni» prosegue il farmacologo. «Tali effetti sono dovuti a composti antiossidanti e, grazie alla bergamottina (sostanza provvista di effetti calcio-antagonista), si registra anche un effetto ipotensivo di lunga durata. Pertanto, i derivati del bergamotto hanno un ruolo importante come possibili agenti terapeutici di origine officinale. Per gli effetti che essi hanno sull’apparato cardiovascolare, ne deriva un potenziale utilizzo per combattere importanti malattie cardiovascolari, come l’ipertensione arteriosa e le vasculopatie».
(Cesare Betti)