Mercato italiano quinto in Europa per dimensione Rete italiana capillare con una farmacia ogni 2.977 abitanti (3.245 la media europea), ma fatturato medio (1,2 mln, -12,2% sul 2015) alle spalle di Austria, Francia e Germania
L’Area Studi Mediobanca presenta il terzo capitolo di una serie di report relativi alla Filiera della Salute (i precedenti: Nutraceutica e MedTech), dedicato al settore delle farmacie in Italia a confronto con alcuni Paesi europei. Lo studio comprende un focus sulle principali reti di farmacie. Il mercato della salute comprende i farmaci e un insieme di prodotti afferenti la sfera della salute tra i quali: gli integratori, i preparati per uso erboristico, gli omeopatici e presidi medico-chirurgici (nell’insieme: i notificati), i nutrizionali, i parafarmaci e i prodotti per l’igiene e la bellezza. Nel 2021 il mercato della salute italiano è valutato in 26,1 miliardi di euro, di cui 16,3 miliardi rappresentati da farmaci e 9,8 miliardi da extra farmaci. La sola spesa per l’acquisto di farmaci, ripartita tra quelli con obbligo di prescrizione (13,9 miliardi) e senza (c.d. SOP, 2,4 miliardi), colloca l’Italia in quinta posizione in Europa, alle spalle di Germania, Francia, Regno Unito e Spagna e davanti all’Austria. Nel periodo 2018-2021 tutti i capitoli di spesa del mercato della salute sono risultati in flessione o al più stabili, con sola eccezione dei prodotti non farmaceutici (+8,6%). Al loro interno i notificati (+9,5% sul 2018), la parafarmacia (+24,6%) e il nutrizionale (+3,3%) hanno sostenuto la spesa complessiva che ha visto in contrazione l’igiene e la bellezza (-2,6%). Il mercato della salute poggia su una rete di punti vendita composta nel 2021 da 19.901 farmacie, a cui si aggiungono 4.046 parafarmacie e 462 corner della GDO, autorizzati dal 2006 alla vendita di farmaci senza obbligo di prescrizione medica. Tutti questi canali hanno vissuto dal 2010 una rilevante espansione dei punti vendita, più evidente per i corner (+68%) e le parafarmacie (+61,1%) rispetto alle farmacie (+11,8%) che comunque mantengono l’ampia maggioranza del mercato dei farmaci SOP (senza obbligo di prescrizione), con una quota di circa il 90%. Ciò nonostante la farmacia sia il canale con i prezzi unitari SOP più elevati (9,9€) per via del maggiore assortimento (9€ la parafarmacia, 7,4€ la GDO).Nei primi sei mesi del 2022 il giro d’affari delle farmacie ha segnato una crescita rilevante sia in termini di fatturato (+8,1%) che raggiunge i 13,1 miliardi, che di confezioni (+8,2%), un trend che permane positivo anche al netto della componente legata al Covid (tamponi e test in farmacia): +6,1% a valore e +6,6% a volumi. La Legge 124/2017 ha consentito l’ingresso delle società di capitali nella proprietà delle farmacie, con il solo limite di non eccedere il 20% delle farmacie operanti in una regione, assimilando l’Italia ad alcuni Paesi europei che hanno assunto il medesimo assetto quali il Belgio, la Norvegia, i Paesi Bassi e il Regno Unito, e allo stesso tempo ne marca una differenza rispetto a quelli che hanno mantenuto l’esclusività della proprietà per i farmacisti (Francia, Germania e Spagna, tra gli altri). Complessivamente, le principali reti di farmacie operanti in Italia, reali o in semplice associazione, rappresentano il 24% del numero di farmacie in esercizio per un fatturato pari a circa 6,5 miliardi, ovvero il 26,8% del totale nazionale. Quelle prevalentemente in affiliazione, dove viene conservata l’autonomia proprietaria delle singole farmacie, rappresentano il 20% per numerosità e il 21,1% per giro d’affari, quelle proprietarie, nelle quali una holding detiene la maggioranza del capitale delle farmacie, rispettivamente il 4% e il 5,7%. Nel prossimo futuro ci si aspetta sempre più l’affermazione di una farmacia dei servizi e omnicanale.