Linkedin nasce nel 2003 come business social network o professional social network e subito si configura come il social più orientato a obiettivi di business, focalizzato a creare reti di professionisti in grado di sviluppare, condividere e dare avvio a iniziative imprenditoriali.

Non lo amo particolarmente perchè l’intento iniziale ha lasciato il posto a una serie inenarrabile di richieste di contatto da parte di sconosciuti, che sostituiscono l’e-mail marketing con il contatto su Linkedin.
UN CONSIGLIO: Per evitare di ritrovarvi sul vostro profilo una serie di sconosciuti, selezionate con una certa attenzione le persone da far entrare nella vostra rete.
Su Linkedin ogni utente può:
- creare un profilo professionale, che altro non è se non un curriculum vitae 2.0
- avere una bacheca con gli aggiornamenti relativi al proprio network
- cercare/aderire a posizioni offerte dalle aziende
- seguire gli aggiornamenti pubblicati dalle aziende
- partecipare a Gruppi tematici
- creare uno spazio dedicato alla Company, cioè all’azienda per cui si lavora, collegando in automatico tutte le persone che lavorano o collaborano con la stessa azienda. Una sorta di mini- network professionale relativo alla vostra azienda
- inviare o ricevere recommendation, una segnalazione al pubblico di un’abilità (skill) o di un particolare talento. Questo termine e il suo significato provengono dal mondo anglosassone, dove si intende la segnalazione pubblica di una persona di talento, e non va confusa con l’accezione negativa clientelare che ha assunto nel vocabolario italiano.
Dietro Linkedin c’è una teoria, promossa dal sociologo americano Stanley Milgran a metà degli Anni ’60, secondo la quale ogni persona nel mondo può essere collegata a un’altra attraverso una catena di conoscenze con al massimo 5 intermediari.
Sarà vero? Quel che è certo è che Linkedin si limita a 3 gradi di separazione: contatti diretti (I livello), contatti non diretti, ma accomunati da uno o più contatti in comune (II livello) e contatti dove di intermediari fra noi e l’altro utente ce ne sono due (III livello).
Questo garantirebbe (il condizionale è d’obbligo) di “filtrare” automaticamente le richieste di contatto e consentirebbe di creare un network di qualità.
Le attività su Linkedin per la farmacia
Tralasciando le funzionalità aggiuntive, che si ottengono attivando un Account Premium, ecco perchè vale la pena attivare un profilo su Linkedin e quello che possiamo fare:
- oltre al nostro profilo professionale, daremo visibilità alla nostra Farmacia e potremo collegare tutti coloro che ne fanno parte
- creare una rete di contatti qualificata con i nostri fornitori
- cercare (se ne abbiamo la necessità) nuovi collaboratori, selezionandoli sulla base delle loro esperienze e profilo professionale
- divulgare campagne tematiche (no ad annunci puramente commerciali) inerenti al nostro punto vendita.
Lisa Dansi