Low dose medicine: VIII edizione delle prove scientifiche raccolte fino al 2015.
È uscita l’ottava edizione di Low Dose Medicine -Omeopatia Omotossicologia- Le prove scientifiche 2016, la pubblicazione edita da Guna Editore che dal 2002 raccoglie i risultati della medicina dei bassi dosaggi e fa il punto sulle evidenze raggiunte negli studi scientifici di tutto il mondo.
Il testo prende in considerazione le review sull’uso dei medicinali low dose, gli studi farmacologici effettuati in vivo, in vitro e intra vitam sull’attività dei medicinali omeopatici, unitari e composti, gli studi clinici sia contro placebo, sia contro farmaco allopatico corrispondente di riferimento, pubblicati su testate scientifiche internazionali, e ne offre una selezione tra quelle effettuate con la mitologia scientifica più rigorosa e attendibile.
«Sono fiero di aver coordinato la riedizione del nuovo volume “Low Dose Medicine. Omeopatia e Omotossicologia. Le prove scientifiche“, che permette di far conoscere l’efficacia terapeutica dei medicinali non convenzionali sia agli addetti ai lavori sia a coloro che vogliano documentarsi su un argomento di stretta attualità e di interesse pubblico sempre maggiore» ha detto Leonello Milano, neurologo e direttore scientifico della rivista “La Medicina Biologica”. «Oggi sono 11 milioni gli italiani che utilizzano con successo farmaci non convenzionali per curare e prevenire malattie, e 20mila i medici che -con un saggio atteggiamento complementare– li prescrivono ogni giorno». Milano ha ribadito che oggi la letteratura scientifica sostiene l’approccio terapeutico della Low Dose Medicine, e che essa non è più e solo una teoria scientifica, ma può rappresentare la base per un nuovo paradigma medico e terapeutico.
Durante la conferenza stampa di presentazione della nuova edizione di “Low Dose Medicine. Omeopatia e Omotossicologia. Le prove scientifiche“, che si è tenuta presso l’Università di Milano Bicocca, si è parlato anche delle numerose evidenze scientifiche che dimostrano l’attività dei medicinali a basso dosaggio e sono stati presentati nuovi sviluppi in corso sulla terapia di alcune patologie come la psoriasi, la vitiligine e la corioretinopatia sierosa centrale.
«La corioretinopatia sierosa centrale (CSC) è una patologia invalidante caratterizzata dal distacco della retina sensoriale nella regione maculare che porta a una degenerazione progressiva dell’epitelio retinico con conseguente significativa riduzione delle capacità visive» ha spiegato Andrea Basile, specialista in Oftalmologia, Azienda Ospedaliera di Legnano presidio di Magenta. «Le attuali terapie farmacologiche e parachirurgiche hanno dato risultati solo parzialmente rispondenti alle attese e non scevre da effetti avversi anche gravi. Obiettivo dello studio è stata quindi la valutazione retrospettiva dell’efficacia della somministrazione orale di medicinali low dose nella riduzione dello spessore retinico e nel riassorbimento del liquido sottoretinico. I risultati clinici hanno evidenziato la validità di questo trattamento di low dose medicine e hanno fornito preziose indicazioni per lo studio e la realizzazione di ulteriori trial clinici controllati».
Sul trattamento della vitiligine e della psoriasi con medicinali low dose Torello Lotti, specialista in Dermatologia e Full Professor & Chair of Dermatology and Venereology, Executive Scientific Commettee Vitiligo Research Foundation (New York) ha precisato: «Gli attuali trattamenti per la vitiligine non sono del tutto soddisfacenti in termini clinici, estetici e di risultati definitivi per i pazienti. Recentemente, sono state però introdotte terapie combinate che hanno portato risultati positivi: in questo studio la terapia si è basata sulla Low Dose Cytokines Therapy associata a microfototerapia, procedure che, quando associate, aumentano notevolmente i risultati del singolo trattamento locale e velocizzano l’effetto di ripigmentazione. Non si sono osservati effetti collaterali dopo la somministrazione per via orale di citochine a basso dosaggio preparate con il metodo SKA né progressione della malattia nel corso di tale trattamento che è quindi sempre consigliabile per i pazienti».
«La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica autoimmune della pelle, significativamente invalidante e con riflessi negativi anche dal punto di vista psicologico, che colpisce dall’1 al 3% della popolazione mondiale» ha proseguito il professor Lotti. «In questo studio è stata valutata l’efficacia della UVA-1 phototerapy e, in parallelo, l’aumento di efficacia della medesima terapia quando associata alla somministrazione di basse dosi di citochine. Fatta salva come per prassi la necessità di ulteriori studi, già questi risultati preliminari dimostrano l’efficacia dell’uso combinato di fototerapia e terapia con citochine a basso dosaggio attivate, evidenziando il ruolo fondamentale delle citochine anti-infiammatorie low dose nel trattamento della psoriasi volgare».
«Occorre passare dal concetto di di evidence based medicine quello di efficacy based medicine» ha detto Cesare Santi, angiologo e chirurgo vascolare e presidente dell’Associazione Medica Italiana di Omotossicologia (AMIOT), che ha sottolineato l’importanza per la classe medica di conoscere i meccanismi della low dose medicine e di documentarsi sulla letteratura scientifica che ne dimostra l’efficacia. «Non si chiede ai medici di sposare la low dose medicine, ma di conoscere questa medicina a cui si rivolgono tanti pazienti. L’ostracismo aprioristico lascia i cittadini nella mani di “santoni” e “fattucchiere”. Anche per questo AMIOT organizza corsi e attività didattiche sia per i medici, sia per i farmacisti. Ed è bene ricordare che esistono master universitari di I e II livello di medicine non convenzionali presso molte prestigiose università italiane». Al proposito, il 21 maggio si è svolto presso l’Università di Milano Bicocca, il 28° Congresso Nazionale di Medicina Biologica, organizzato daAMIOT, che ha affrontato le più recenti acquisizioni sulla medicina dei bassi dosaggi.
«L’impulso alla ricerca negli ultimi anni è stato notevole, consolidando una rete di collaborazioni con alcune delle più prestigiose Università italiane. La pubblicazione su riviste internazionali dei risultati della ricerca ‘low dose’, tanto pre-clinica quanto clinica, ha attirato su questo nuovo paradigma della farmacologia l’interesse della comunità scientifica e ha contribuito a iniziare a dissipare lo scetticismo pregiudiziale che per molti anni, spesso ingiustificatamente, ha avvolto le cosiddette Medicine Non Convenzionali» ha detto Alessandro Perra, direttore scientifico di Guna. «È nostra ferma intenzione rinnovare l’impegno alla collaborazione con primari centri universitari per il sostegno a studi di qualità, del quale il volume Low Dose Medicine -Omeopatia Omotossicologia- Le prove scientifiche presentato oggi è un’eccezionale sintesi».
«Le autorevolissime testimonianze di specialisti e medici di chiara fama» ha concluso Alessandro Pizzoccaro, presidente del CdA di Guna «confermano l’efficacia di questo paradigma di cura, e dovrebbero far riflettere anche le istituzioni sulla possibilità di migliorare gli indici di salute della popolazione riducendo significativamente i costi per effetti iatrogeni a carico del Servizio Sanitario Nazionale, dal momento che sono centinaia di migliaia all’anno i ricoveri per effetti collaterali di farmaci in commercio. Gli studi scientifici finora pubblicati ci danno ragione: siamo probabilmente all’alba di una nuova era e a un radicale cambio di paradigma terapeutico».