Cresce l’impatto delle malattie reumatiche, ma anche i costi sociali ed economici, stimati in circa lo 0,2% del Prodotto interno lordo. Grazie a una rilevazione dell’Associazione malati reumatici Emilia Romagna, per la prima volta in Italia è stato verificato il peso di queste malattie, in base ai codici di esenzione di 7 malattie reumatiche tra le più serie e invalidanti.

La mappa delle malattie reumatiche

Sono 371.586 i pazienti esentati in 150 ASL distribuite nelle varie regioni, lo 0,6% della popolazione italiana, il 68% è donna e oltre la metà è in età lavorativa, tra i 45 e i 65 anni. La rilevazione mostra i malati reumatici in base a età, sesso e i residenza. La maglia rosa per organizzazione dei servizi, presenza di centri specialistici e competenza del reumatologo va al Friuli Venezia Giulia (0,79% di esenti dal ticket), Veneto (0,78%), Lombardia (0,72%), Toscana (0,70%), Emilia Romagna, Puglia. Meno virtuose, Lazio, Umbria, Marche, Basilicata, Val d’Aosta e Campania, che vede bocciata Napoli (0,31%).

L’analisi dimostra che il 41,6% (154.610 pazienti) delle esenzioni è stata per l’artrite reumatoide, seguita dalla psoriasi con il 31,8% (118.245 pazienti), mentre di minore prevalenza numerica sono per la sclerosi sistemica progressiva e per il lupus eritematoso sistemico, che insieme rappresentano il 12,8%.

Razionalizzazione ed efficienza nell’assistenza

L’indagine è una base importante per analizzare bisogni, organizzare assistenza per questi malati e portare vantaggi economici al Servizio sanitario nazionale. «Attuare percorsi assistenziali standard porterebbe a una migliore razionalizzazione dei servizi e a un recupero di efficienza» osserva Lorenzo Mantovani, docente di farmaco-economia all’università degli Studi Federico II di Napoli. «Questo processo porta a identificare dei bisogni assistenziali non soddisfatti, la cui soddisfazione può però far aumentare i costi in misura maggiore rispetto ai risparmi dovuti al recupero di efficienza».

Altro dato interessante è il numero di persone sotto i 18 anni con l’esenzione del ticket, l’1% del campione (5.670). «Nella popolazione pediatrica mancano esenzioni per visite correlate a manifestazioni specifiche, come l’iridociclite, frequenti nella forma tipica del bambino e che non si osservano nell’adulto» dice Alberto Martini, professore ordinario di pediatria all’istituto pediatrico Gaslini di Genova e presidente della Società europea di reumatologia pediatrica. «Ampliare le prestazioni in base ai bisogni specifici inciderà sulla qualità dell’offerta, migliorando i percorsi diagnostico-terapeutici e positivamente sulla spesa».

(Cesare Betti)