Abbiamo già parlato qui di medicina narrativa. Quali sono gli strumenti della medicina narrativa? Com’è possibile mettersi in ascolto dei pazienti e raccogliere le loro storie di malattia? Esistono diversi strumenti, dal colloquio condotto con competenze narrative alla scrittura riflessiva e alle interviste semi-strutturate. L’importante, secondo gli esperti riunitisi a Roma, è lasciare libero l’intervistato di usare la modalità a lui più adeguata e far sì che ci sia un risvolto concreto nella quotidianità delle cure.

Il punto di vista della medicina narrativa è concentrato su quella particolare persona, con una storia individuale originale e unica, da una rete di relazioni sociali e da un contesto di vita ben precisi, da una maggiore o minore capacità di reagire alla sofferenza, alla disabilità, alla possibilità di morire.

Tutti i giorni raccontiamo qualcosa: si racconta di noi stessi agli altri, gli avvenimenti del passato e le nostre aspettative per il futuro. La narrazione delle esperienze personali dovrebbe avere una parte importante anche per quanto riguarda le cure. Il racconto offre agli operatori sanitari la possibilità di una visione più completa dei problemi e una visione più vera e sensibile ai bisogni dei malati. Tuttavia scrivere e ascoltare le esperienze richiede riflessione e impegno da parte di tutti. I racconti non devono assumere il carattere di uno sfogo liberatorio o di denuncia, ma  devono parlare della propria sofferenza e delle difficoltà in maniera costruttiva.

È necessario distinguere tra il momento emotivo, che può avere origine in certi periodi, e l’elaborazione di quello che è accaduto o della situazione che la persona vive al presente. Le narrazioni, quindi, non vanno confuse con le denunce, ma sono la testimonianza di un’esperienza vissute.

Benefici della medicina narrativa tra medico e paziente

La narrazione contribuisce a migliorare il rapporto medico-paziente, a costruire un canale comunicativo privilegiato che aiuta la relazione terapeutica e a restituire al malato la propria dignità di persona che va “accolta” e ascoltata, non soltanto esaminata dal punto di vista clinico.

La medicina narrativa è uno strumento importante per mettere il malato al centro nei processi di assistenza e di cura, riconoscendo la sua volontà di conoscere la malattia e le cure, nonché la sua autonomia nella gestione del percorso di cura, diritto sancito dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità.

Un buon rapporto medico-paziente è fondamentale per costruire un’alleanza terapeutica vera, in grado di ridurre l’abbandono o la non aderenza alle cure prescritte. Le indicazioni del medico si basano su conoscenze scientifiche, ma perché si trasformino in realtà è necessaria la collaborazione del paziente. In altre parole, occorre che queste indicazioni siano comprensibili, accettate e vissute nella vita di tutti i giorni.

(Cesare Betti)