Glaucoma: nuovo approccio con la neuroprotezione

 

Dal controllo della pressione alla neuroprotezione dell’occhio. È il nuovo approccio del glaucoma: è stato dimostrato, infatti, che la riduzione dei valori della pressione all’interno dell’occhio può non essere del tutto efficace se non viene associata a trattamenti neuroprotettivi.

 

Il glaucoma è una malattia cronica dovuta a una graduale lesione del nervo ottico e alla conseguente alterazione del campo visivo. L’aumento della pressione oculare è il fattore di rischio più importante anche se può comparire in persone con una pressione oculare normale.

 

«Sono sempre più numerosi gli studi che dimostrano come un abbassamento della pressione oculare in chi ha il glaucoma sia in grado di rallentare significativamente la progressione della malattia, anche se non sempre è possibile arrestarla» dice Luciano Quaranta, direttore del centro per lo Studio del glaucoma all’università degli Studi di Brescia. «Le strategie per ridurre tale pressione riguardano un calo nella produzione di umore acqueo o un aumento del suo deflusso dall’occhio, i trattamenti laser e la chirurgia. Recenti ricerche hanno evidenziato che non sempre la riduzione della pressione basta a rallentare l’evoluzione della malattia. In base a tali osservazioni, si tende a ritenere la malattia una forma di neurodegenerazione delle cellule ganglionari retiniche».

 

«Gli assoni delle cellule ganglionari retiniche sono ricchi di mitocondri necessari per condurre gli impulsi nervosi» prosegue Quaranta. «Un calo nella produzione di energia e l’aumento della produzione di radicali liberi nei mitocondri delle cellule ganglionari sono un processo chiave per il glaucoma, favorendo la morte di queste cellule e dei loro assoni, fenomeno noto come disfunzione mitocondriale».

 

Tra le sostanze ad azione antiossidante e bioenergetica, il coenzima Q10 è ritenuto il più promettente per la cura del glaucoma. «Alcuni studi hanno dimostrato che questa sostanza ha possiede un’attività neuroprotettiva ed è stata studiata in certe forme di neurodegenerazione, come la malattia di Parkinson e la malattia di Alzheimer, la corea di Huntington e la sclerosi laterale amiotrofica» spiega Luciano Quaranta. «Oggi, il coenzima Q10 è riconosciuto dalla comunità scientifica come un possibile approccio per contrastare i danni causati dal glaucoma».

 

Per confermare l’importanza del nuovo approccio terapeutico, in occasione della settimana mondiale del glaucoma che si è svolta a marzo, è stato annunciato l’avvio del primo studio italiano sulla neuroprotezione nel glaucoma.

 

Coordinato da Luciano Quaranta, lo studio durerà tre anni e coinvolgerà 612 pazienti di 14 centri per la cura del glaucoma in tutta Italia. Scopo dell’iniziativa è verificare se l’aggiunta del coenzima Q10 alla terapia ipotonizzante è in grado di rallentare la progressione del glaucoma.

 

«I soggetti con malattia in fase iniziale o moderata sono spesso asintomatici e sviluppano disturbi della visione negli stadi avanzati della malattia. Per tale motivo, è necessario studiare strategie che possano funzionare in sinergia con i farmaci ipotonizzanti per rallentare la progressione della malattia verso le forme più gravi di disabilità visiva fino alla cecità».

 

(Cesare Betti)