Arriva una nuova terapia ormonale senza progestinico. Da tempo, per tenere sotto controllo e ridurre gli effetti della menopausa si usa la terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni e progestinici. Uno dei fattori più importanti che ne riducono l’uso è rappresentato dall’intolleranza al progestinico.
Tutte le over 50 sono accomunate dal timore per i sintomi in grado di alterare la qualità della vita a breve, medio e a lungo termine. Vampate di calore, sudorazioni notturne e qualità del sonno. Sono problemi che compromettono non soltanto il benessere fisico, ma anche la sfera sessuale e la vita di relazione. A dirlo è la ricerca “Le donne e la menopausa” condotta da GfK Italia per conto di Msd Italia, i cui risultati sono stati illustrati durante i lavori del 17° world congress della International society of gynecological endocrinology.
Ora, per le donne per le quali la terapia contenente progestinico non è appropriata, arriva in Italia il primo della classe di farmaci Tissue selective estrogen complex. Il nuovo farmaco è un’associazione tra estrogeni naturali e bazedoxifene, un modulatore selettivo del recettore degli estrogeni. Il vantaggio è doppio: con gli estrogeni il farmaco mantiene i benefici della terapia ormonale, mentre con il bazedoxifene si riduce il rischio di iperplasia endometriale.
«Si tratta di un’importante innovazione terapeutica senza progestinico contro i sintomi dovuti alla carenza di estrogeni nelle donne con utero per le quali la terapia progestinica non è appropriata» spiega Andrea Genazzani, professore ordinario di ginecologia e ostetricia all’università degli Studi di Pisa e presidente dell’International society of gynecological endocrinology. «Gli estrogeni coniugati rimpiazzano la mancata produzione estrogenica nelle donne in menopausa e alleviano i sintomi menopausali. Poiché gli estrogeni favoriscono la crescita dell’endometrio se non contrastati, i loro effetti aumentano il rischio di iperplasia e cancro dell’endometrio. Da qui la necessità di aggiungere il bazedoxifene, che agisce come antagonista dei recettori degli estrogeni nell’utero, riducendo notevolmente il rischio di iperplasia endometriale dovuto agli estrogeni nelle donne non isterectomizzate. Il bazedoxifene è un modulatore selettivo dei recettori degli estrogeni che, in base a dove sono presenti, può agire da antagonista dei recettori (effetti inibenti), come nel tessuto mammario ed endometriale, oppure agire da agonista su altri tessuti, con effetto stimolante sui recettori».
(Cesare Betti)