Dopo le prime edizioni annuali di Milano e la tappa a Napoli dello scorso novembre, Nutradays ha proseguito il suo viaggio itinerante nella splendida cornice dell’Archiginnasio di Bologna il 23 Marzo scorso, ospite della Società di Medicina e Chirurgia Bolognese.
Marchio di fabbrica di questa edizione Nutradays Bologna, presieduto da Alberto Martina e organizzato da Cum grano salis, è quello di avvicinare operatori della salute e manager d’impresa al complesso mondo della nutraceutica, con un mix di dati di mercato e impatto economico ed evidenze scientifiche sull’efficacia d’uso in chiave di prevenzione e in associazione alle terapie farmacologiche classiche.

 

 

IQVIA: nel 2017 il mercato sfiora i 4 miliardi di euro di valore

La fotografia del mercato della salute 2017, affidata a Filippo Boschetti di IQVIA conferma i nutraceutici come locomotiva di sviluppo con 3,6 miliardi di € di fatturato per gli integratori e gli altri notificati (+4,5%) e 0,4 miliardi di € per il nutrizionale (-0,9%), in netta controtendenza agli altri comparti. Anzi, sarebbe più corretto dire che fungono più da paracadute di un mercato, quello della farmacia, che in totale fa registrare un -0,8% globale con un valore di 24,6 miliardi di euro tra farmaci etici (-2,0%) e prodotti commerciali e di autocura (+1,0%), di cui la nutraceutica è una costola.

Per i prodotti commerciali la farmacia rimane il canale principale, con l’84% di quota, mentre parafarmacia, super/iper e corner GDO raggiungono a malapena il 7, il 5 e il 3% rispettivamente.
Non è una novità nemmeno che il mercato dei nutraceutici sia fortemente competitivo per l’alto numero di player presenti. Tuttavia è interessante osservare come la nutraceutica (contrazione di nutrizione e farmaceutica) sia un crocevia di due mondi anche nel marketing aziendale: accanto ai paradigmi propri del mercato FMCG (Fast Moving Consumer Goods) che devono intercettare un consumatore sempre più proattivo nell’informazione (pubblicità e attività sul punto vendita, ampiezza degli assortimenti, innovazione di prodotto e un approccio multicanale), si aggiunge la promozione scientifica, soprattutto nei confronti degli operatori della salute. Una caratteristica classica del mondo farmaceutico, ancor più necessaria in nutraceutica per integrarsi sia in un contesto di prevenzione e mantenimento del benessere, sia in associazione a terapie farmacologiche.
Tra le principali categorie di nutraceutici, si stima una crescita percentuale più alta del mercato a breve e medio termine per gli antitosse, polivitaminici con minerali, regolatori del colesterolo e prodotti per lo stomaco. In linea con la crescita del mercato invece i probiotici, gli integratori di minerali e quelli per il sistema urinario e riproduttivo. Crescite più lente del mercato per tonici, lassativi e antiossidanti.
Con l’approvazione della nuova legge sulla concorrenza dello scorso anno, viene spontaneo provare a fare qualche previsione per un’area di business ad alto margine e con una domanda in costante aumento. È verosimile ipotizzare che ci sarà una scelta di key player da parte delle nuove catene di farmacie, almeno per le categorie commerciali più importanti, accompagnata da una razionalizzazione del livello medio di assortimento. Il rischio è dunque quello di una contrazione di giro d’affari per le aziende più piccole del comparto.

 

Allo stesso tempo la maggior attenzione e uniformità dei nuovi player sul category management potrebbe portare a una maggior competitività con i farmaci tradizionali.
Come già avvenuto in grande distribuzione è ipotizzabile anche un forte impatto nel medio lungo termine dei cosiddetti prodotti private-label, a marchio della catena e non solo.

 

Focus scientifico: prevenzione cardiovascolare e neuroscienze

Sotto il profilo delle evidenze scientifiche al Nutradays Bologna ci si è focalizzati sull’impiego dei nutraceutici nella prevenzione cardiovascolare e sulle neuroscienze, in particolare in chiave di miglioramento delle funzioni cognitive e in diminuzione dei rischi di sviluppare malattie neurodegenerative, a cura di Arrigo Cicero e Giovanni Scapagnini.
In particolare l’approccio nutraceutico, letteratura alla mano, si sta dimostrando molto efficace nel trattamento e nella prevenzione delle dislipidemie, regolando i livelli di colesterolo (LDL e HDL) e dei trigliceridi, con risultati sorprendenti soprattutto in pazienti intolleranti alle statine.

Questi risultati sono importantissimi in relazione alle dimensioni del problema: i problemi cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo occidentale, con un’incidenza ancora più alta di tumori e malattie neurodegenerative. Paradossalmente la conoscenza medica sulla patologia e sui principali fattori di rischio è molto avanzata ed è generalmente riconosciuto che dei miglioramenti nel proprio stile di vita possono diminuire i rischi legati a malattie ed eventi cardiovascolari. Tuttavia popolazione e specialisti sembrano non riuscire a trovare un terreno comune per migliorare la situazione.
In questo frangente la nutraceutica è ormai stabilmente accettata come valido metodo per contenere i rischi sia in prevenzione primaria, sia associata a terapie farmacologiche specialmente in pazienti statino-intolleranti. Diversi position paper e articoli scientifici dimostrano la validità dell’approccio e ne definiscono anche linee guida di prescrizione, con risultati di rilievo anche in tema di compliance.

 

Analizzando l’aderenza terapeutica di pazienti in trattamento biennale per la riduzione dei livelli di colesterolo LDL, l’approccio nutraceutico ha raggiunto quasi l’80% di compliance mentre le statine si attestavano su poco più del 50%.
Nutrizione e nutraceutica hanno un corpus crescente in letteratura anche per il miglioramento e il mantenimento delle funzioni cognitive, in particolare nei soggetti con più alto rischio o familiarità con malattie neurodegenerative. Alcuni studi hanno addirittura sottolineato il meccanismo che porta i fattori nutrizionali ad agire come segnali per la trascrizione genetica, influenzando l’omeostasi energetica, la proliferazione cellulare e l’assorbimento dei nutrienti. Uno stimolo dunque a proseguire nello studio dell’azione fisiologica degli ingredienti tipici delle diete più salutari, per ricavare anche supporti nutraceutici migliori.
Il filo conduttore è sempre uno ed è riassumibile con uno slogan celebre: prevenire è meglio che curare, e la nutraceutica continua a dimostrarsi scientificamente ed economicamente sempre più valida in entrambi i casi.