L’obesità può causare seri problemi all’organismo e una riduzione delle difese immunitarie, la cui l’importanza è ancora sottovalutata. Si tratta di un fenomeno mondiale discusso al simposio “Globesity and its metabolic and digestive consequences” organizzato a Parma dalla Fondazione Internazionale Menarini.

«In presenza di obesità, le difese immunitarie si riducono e le persone sono più esposte a infezioni, perché hanno minori risposte anticorpali» spiega Carmelo Scarpignato, docente di Farmacologia clinica all’università degli studi di Parma. «Inoltre, non solo si ammalano più facilmente, ma diffondono con maggiore frequenza infezioni rispetto a una persona di peso normale».

«L’obesità non è considerata una malattia, mentre l’eccessivo tessuto adiposo a livello viscerale attiva un meccanismo che scatena ipertensione, malattie renali, cardiovascolari e metaboliche, la principale delle quali è il diabete» precisa Michele Carruba, docente di Farmacologia all’Università degli studi di Milano. «Sono molte le malattie considerate indipendenti e trattate di conseguenza, che invece potrebbero essere eliminate intervenendo sulla causa originale, cioè l’obesità. Per esempio, almeno il 35% dei tumori potrebbe essere prevenuto con una corretta alimentazione e mantenendo il peso corporeo nella media».

Un problema importante è la mancanza di cure farmacologiche e l’approccio all’obesità deve essere multidisciplinare: dieta, esercizio fisico ed eventualmente farmaci.

«Oggi non si valuta l’obesità solo in base all’indice di massa corporea o ai chili in più, ma le conseguenze della malattia» spiega Nicola Scopinaro, docente di chirurgia all’Università degli studi di Genova. «Un obeso può non avere complicazioni, anche se in futuro è probabile che possano manifestarsi. Al contrario, complicazioni anche serie si possono avere nelle persone con obesità lieve. Tra queste, le più comuni che determinano se una persona è candidata all’intervento chirurgico sono quelle metaboliche, soprattutto il diabete».

«Sono allo studio nuovi approcci per la terapia diabetica e si sta studiando il meccanismo d’azione alla base di questo fenomeno» spiega Geltrude Mingrone, docente di medicina interna e geriatria all’Università Cattolica di Roma. «Sono stati isolati ormoni intestinali che causano insulino-resistenza per realizzare farmaci che riproducano questo meccanismo. In alcuni studi si stanno sperimentando strumenti che provocano le stesse conseguenze della chirurgia bariatrica, ma senza essere invasivi. In altri si usano materiali che isolano la mucosa intestinale dai nutrienti, o la cauterizzazione della mucosa intestinale per ridurre il numero di ormoni che causano l’insulino-resistenza.

(Cesare Betti)