
Si stima che oggi in Italia circa 3,5 milioni di donne e di 1 milione di uomini siano affetti da osteoporosi. La fragilità ossea è dunque un acerrimo nemico per le donne in età matura, a causa della dimostrata correlazione tra i mutamenti estrogenici e la carenza ossea; tuttavia anche gli uomini non possono sentirsi del tutto immuni, come si evince dai numeri, trattandosi comunque di un evento fisiologico.
Vista l’elevata incidenza della problematica la ricerca investe molto su questo campo. Laddove però la terapia farmacologica di sintesi non può essere utilizzata, o per restrizioni farmaco economiche del SSN o per potenziali effetti collaterali, acquisiscono un particolare interesse clinico i rimedi in campo fitoterapico.
In particolare, l’Herba Epimedii è stata la protagonista di molteplici studi ed è emerso che tra i flavonoidi che compongono il fitocomplesso, l’Icariin assolve un ruolo considerevole nell’intervenire sulle fasi iniziali del decadimento della massa e struttura ossea.
Da una recente metanalisi di trial clinici è emerso infatti che l’attività dell’Icariin stimola la formazione ossea e può correggere lo squilibrio del rimodellamento osseo che è alla base dell’osteoporosi.
Per tanto si è concluso che l’Herba Epimedii potrebbe essere considerata come una valida terapia complementare alla terapia di sintesi dell’osteoporosi postmenopausale.
Ambra Pedrazzini