Durante il 27° meeting PRIMM, il Prescribing and research in medicine management, l’organizzazione britannica che si occupa dello studio dell’uso dei farmaci, sono stati presentati alcuni risultati del Progetto I-Mur sull’aderenza alla terapia, patrocinato dalla Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, Fofi.

«Il lavoro svolto dalla Fofi ha un sempre maggiore interesse a livello internazionale, sia per i risultati ottenuti nel migliorare l’aderenza alla terapia dei pazienti, sia per gli aspetti metodologici» spiega Andrea Manfrin, della Medway school of pharmacy. Un’esperienza che ha avuto un importante riconoscimento delle prestazioni professionali del farmacista a supporto dell’aderenza terapeutica attraverso il finanziamento dell’applicazione sperimentale di I-Mur previsto dalla Legge di stabilità.

«Siamo orgogliosi che il progetto I-Mur stia raccogliendo sempre maggiori riconoscimenti ed è interessante anche dal punto politico-sanitario la scelta di promuovere il ruolo del farmacista nella cura attraverso la ricerca e la produzione di risultati scientificamente provati» dice Andrea Mandelli, presidente della Federazione. «Con il progetto abbiamo dimostrato il valore aggiunto che il coinvolgimento dei farmacisti può portare in termini di salute e di economia, introducendo alcune innovazioni nella revisione dell’uso dei medicinali a cui oggi molti guardano come molto positivo».

La Medicines use review (Mur) è una prestazione erogata dal farmacista introdotta in Inghilterra nel 2005 e attuata da tempo, con altre denominazioni in altri Paesi. Il suo scopo è migliorare la conoscenza da parte del paziente dei medicinali che sta assumendo; conoscere eventuali effetti collaterali e, se possibile, indicare delle soluzioni; ottimizzare l’aderenza del paziente riducendo gli sprechi che si hanno se i farmaci vengono usati male.

Si tratta di un’attività avanzata del farmacista quale esperto del farmaco e non di uno sconfinamento nelle competenze del medico, poiché non modifica la cura, la scelta del medicinale, la via di somministrazione o i dosaggi. Al contrario, il farmacista comunica al medico curante tutte le anomalie riscontrate.

I-Mur è efficace perché agisce sui principali fattori che causano la mancata adesione alla cura. È stato dimostrato che il paziente non segue bene le cure soprattutto perché non è informato sui medicinali; non ha esperienze precedenti con i farmaci o trova complicato seguire la terapia; non è sottoposto ad azioni di rinforzo nei confronti dell’uso dei farmaci da parte del suo ambiente. Si tratta di aspetti sui quali il farmacista può intervenire grazie alle sue conoscenze sui farmaci e alla vicinanza con il malato. L’utilità del farmacista è stata provata da molti studi, anche di forte impatto sociale come il diabete.

(Cesare Betti)