Progress in mind: in viaggio nel mistero della mente è il progetto realizzato da Lundbeck, azienda farmaceutica leader nella ricerca nel campo delle neuroscienze, per festeggiare il suo primo secolo di vita. L’azienda, infatti, è stata fondata a Copenaghen nel 1915 e dal 1940 è specializzata nello studio delle malattie mentali, di origine psichiatrica (ansia, depressione, psicosi, dipendenza dall’alcol) o neurologica (Alzheimer, Parkinson, epilessia, Huntington).
Il progetto Progress in Mind: in viaggio nel mistero della mente ha coinvolto gli studenti del corso di Teoria e pratica della terapeutica artistica dell’Accademia di Brera nel concorso per selezionare l’opera che illustra la cartolina commemorativa, con tiratura limitata di mille copie, destinata all’annullo speciale che Poste Italiane ha realizzato per il centenario dell’azienda.

Il primo premio di Progress in Mind: in viaggio nel mistero della mente è stato vinto da Cinzia Guzzetti Ambrosi studentessa trentenne di Brera, con un’opera che rappresenta il binomio tra espressione artistica e ricerca scientifica. Al secondo posto è stato premiato Francesco Fondacci, e al terzo Manuela Amadei. Ai tre sono state assegnate borse di studio per un valore complessivo di 4mila euro. La commissione, che ha selezionato i tre vincitori tra circa 60 opere, era composta dai professori Claudio Mencacci, Alfonso Troisi, Tiziana Tacconi, Laura Tonani, Giorgio Bedoni e da Daniela Santarelli, direttore Market Access e Public Affairs Lundbeck Italia.
«Il funzionamento del nostro cervello è ancora in grandissima parte un mistero per la scienza» ha dichiarato Ralph Fassey, amministratore delegato di Lundbeck Italia nel corso della cerimonia di premiazione. «Il progetto Progress in Mind sviluppato con l’Accademia di Brera vuole contribuire a diffondere la consapevolezza da parte dell’opinione pubblica dell’importanza della ricerca scientifica in questo campo. Lundbeck, che celebra quest’anno il suo centenario, è stata testimone di questa evoluzione. Dall’inizio del Novecento a oggi i progressi nel campo delle neuroscienze sono stati enormi, ma siamo ancora all’inizio di questo affascinante viaggio».
«L’iniziativa proposta da Lundbeck Italia è ammirevole e i partecipanti hanno presentato risultati di valore eccellente sia dal punto di vista dell’impatto terapeutico che da quello artistico» – ha detto Alfonso Troisi, docente di Psicopatologia dell’Università Tor Vergata di Roma. «La terapeutica artistica è uno strumento molto utile nel campo della cura delle malattie mentali perché permette di agire efficacemente su pazienti eterogenei e con patologie anche molto differenti tra loro, ma oltre a ciò va evidenziato come faccia spesso emergere notevoli capacità artistiche in soggetti apparentemente senza un’educazione formale in materia e che in generale si potrebbero sentire limitati da tali carenze».