Il nuovo piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019
Le coperture vaccinali sono sotto la soglia critica del 95%, mettendo a rischio la cosiddetta “immunità di gregge”, che protegge chi non si può vaccinare o i neonati. E l’Italia è maglia nera per le resistenze agli antibiotici di certi batteri. Tuttavia, il sistema sanitario italiano sta mostrando una grande capacità di risposta e innovazione grazie a scelte all’avanguardia in Europa, come il Piano nazionale di prevenzione vaccinale, con un’offerta tra le più ampie al mondo, e il Piano contro la resistenza agli antibiotici, il cui varo è imminente.
«Il nuovo Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-2019, approvato durante la conferenza Stato-Regioni il 19 gennaio 2017, individua strategie efficaci e omogenee da implementare sull’intero territorio nazionale, dando ampio rilievo alla garanzia dell’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni prioritarie per le fasce d’età e popolazioni a rischio indicate», afferma Ranieri Guerra, direttore generale prevenzione sanitaria, al ministero della Salute.
«In Italia, le malattie infettive sono ancora oggi un capitolo importante per quanto riguarda incidenza e mortalità» afferma Walter Ricciardi, presidente dell’istituto superiore di Sanità. «Il nostro Paese è maglia nera per le resistenze a germi come klebsielle e altri batteri Gram negativi nei confronti di vari antibiotici, primi fra tutti i carbapenemi. Ma anche malattie virali prevenibili, come l’influenza, possono causare indirettamente migliaia di decessi ogni anno, per problemi respiratori o cardiovascolari. Inoltre, le emergenze infettivologiche sono un caso a parte e le ultime vicende della meningite sono soltanto alcuni dei molti episodi che siamo costretti a fronteggiare ogni anno».
Se negli ultimi settant’anni l’avanzata delle malattie infettive di origine batterica ha trovato un muro, questo muro è rappresentato dagli antibiotici. Ma recentemente, la capacità dei batteri di resistere a molti principi attivi è cresciuta, fino a diventare un problema drammatico.
Entro il 2050, le infezioni resistenti a questi farmaci potrebbero essere la prima causa di morte al mondo, con un tributo annuo di oltre 10 milioni di vite. In Italia, la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate in Europa. Nel nostro Paese, le infezioni correlate all’assistenza colpiscono ogni anno circa 284.100 pazienti, causando non meno di 5.000 decessi.
La risposta da dare su quest’altro fronte passa per procedure di buona pratica clinica, uso appropriato degli antibiotici introducendo la possibilità di razionalizzare l’uso degli antibiotici e la ricerca di nuove terapie antibiotiche in grado di sconfiggere i batteri resistenti. Principi che ispirano il Piano contro la resistenza agli antibiotici che sarà varato in primavera.
(di Cesare Betti)