La necessità della protezione solare è, per fortuna, un tema ampiamente dibattuto e il numero di persone che scelgono di non proteggersi dal sole quando si espongono volontariamente continua a diminuire di anno in anno. Ma il lavoro di educazione sanitaria sicuramente non è finito.

Da un lato, infatti, c’è una consapevolezza diffusa dei danni, che ha fatto sì che aumentassero via via nel corso dell’ultimo decennio i fattori di protezione acquistati in media dagli italiani, dall’altro restano aperti alcuni fronti. Protezione solare sì, ma quale? Quanto deve essere alto il fattore di protezione? E ancora, ogni quanto rinnovare l’applicazione? Come applicare un prodotto perché sia steso in modo ottimale? Per non parlare poi della sicurezza della pelle quando l’esposizione al sole non è volontaria, quindi durante i due terzi e più dell’anno.

Inoltre, non tutte le creme solari proteggono adeguatamente sia da UVB sia da UVA. Una crema che protegga soltanto dagli UVB, e quindi dall’ustione solare, può indurre a passare più tempo al sole (“tanto ho messo la protezione solare”), assorbendo una quantità molto più elevata di UVA, che non scottano nell’immediato, ma che hanno un’azione rilevante per il tumori cutanei e il fotoinvecchiamento».

Prodotti di scarsa qualità, poi, possono avere un sistema filtrante poco stabile, che perde la capacità di fare da barriera all’assorbimento dei raggi solari dopo poco tempo. Lo stesso vale per prodotti non resistenti all’acqua, anche se dichiarato in etichetta.

Tre regole d’oro

• Applicare con generosità il prodotto fotoprotettore.

• Applicare il solare almeno 20 minuti prima dell’esposizione e rinnovare l’applicazione almeno ogni due ore, e sempre dopo il bagno o la doccia o l’attività fisica.

• Applicare il prodotto su tutte le zone cutanee esposte: spesso si dimenticano aree sensibili, come le orecchie, il cuoio capelluto se glabro, le labbra.