La rinite gravidica è un problema generalmente sottovalutato, che è però all’origine di molti disturbi che accompagnano spesso l’ultimo trimestre della gravidanza: disturbi del sonno, russamento, stanchezza, aumento della sete, difficoltà di concentrazione. Ma potrebbe essere anche coinvolta in numerose complicanze ostetriche.

Si presenta generalmente in assenza di infezione delle vie respiratorie e si risolve spontaneamente entro due settimane dal parto, probabilmente per l’azione combinata degli ormoni della gravidanza con estrogeni e progesterone.

«L’incidenza della rinite gravidica viene riportata intorno al 20-30%. Rappresenta però una patologia spesso misconosciuta, sottovalutata dalle gestanti, che tendono a sopportare le difficoltà respiratorie e i disturbi del sonno, non riferendolo come disturbo rilevante durante la gravidanza» spiega Sandro Gerli, professore associato di Ginecologia e Ostetricia all’Università degli Studi di Perugia. «In realtà la rinite gravidica può rappresentare una causa di numerose complicanze, come per esempio l’ipertensione gestazionale, la cosiddetta gestosi, il ritardato sviluppo fetale in utero e il minor benessere neonata alla nascita».

Riconoscere la rinite gravidica e intervenire appena si manifesta è importante per ridurre l’incidenza di queste complicanze e per migliorare il benessere delle donne in gravidanza e il buon andamento della gestazione. A questo fine è importante sensibilizzare i medici perché incoraggino le pazienti a riferire il disturbo e informino correttamente sugli effetti di questo apparente leggero disturbo.

«L’acido ialuronico può oggi essere considerata un’opzione di prima scelta nel trattamento della rinite gravidica. I risultati preliminari di uno studio tuttora in corso presso la Clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Perugia confermano che nel gruppo di pazienti affette da rinite gravidica e trattate con la somministrazione per via intranasale di acido ialuronico ad alto peso molecolare sotto forma di sodio ialuronato 0,3%, rispetto alle pazienti non trattate , si osserva una significativa riduzione della stanchezza, della sete, della cefalea, dell’eventuale russamento e insonnia, con un miglioramento della capacità di concentrazione. A ciò ha corrisposto un significativo miglioramento del reperto obiettivo otorinolaringoiatrico con riduzione dell’ipertrofia dei turbinati, delle secrezioni e della congestione. Per ciò che riguarda le patologie ostetriche» conclude il professor Gerli «al momento si è soltanto osservata una tendenza verso una maggiore numerosità nel gruppo non trattato, mentre il peso dei neonati è significativamente inferiore, sempre nel numero dei non trattati».