Secchezza vaginale: sensibilizzare i medici al dialogo con le pazienti
Le donne non ne parlano volentieri e i medici non affrontano l’argomento. La secchezza vaginale è un disturbo che molte donne, per imbarazzo, poca conoscenza del problema e delle cure o altro, non affrontano con il proprio medico o con il ginecologo. E 1 ginecologo su 10 non fa domande a riguardo. Per questo è importante sensibilizzare la classe medica sulle malattie più diffuse che interferiscono sulla qualità di vita di una donna e sulla sua sessualità. E il rapporto ginecologo-paziente è stato il tema della 2° edizione del “Gyneconet Meeting: quello che le donne non dicono”, promosso da Fidia Farmaceutici.
«Nel caso dell’atrofia vulvo-vaginale nelle donne in post-menopausa, in mancanza di cure, non solo i sintomi, come secchezza vaginale e dolore durante i rapporti sessuali, non scompaiono, ma persistono in circa una donna su due» spiega Claudio Gustavino, direttore dell’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’A.O.U. San Martino di Genova. «Come conseguenza, si può avere un graduale restringimento dell’apertura vaginale e perdita di elasticità, fino a un peggioramento della dispareunia, disfunzioni sessuali e occlusione vaginale. Se si considera che 6 donne su 10 in post-menopausa dicono di essere attive sessualmente, diventa ancora più importante trattare in tempo il disturbo».
Ma come si può migliorare il rapporto medico-paziente? E quali sono i mezzi utili per una comunicazione efficace?
«Conoscere le basi fisiologiche dei disturbi femminili, come l’atrofia vulvo-vaginale, l’incontinenza urinaria, i problemi della sfera sessuale e l’insonnia, è certamente importante per impostare il corretto trattamento» riprende Claudio Gustavino. «Tuttavia non è sufficiente: come raccomandato dall’International menopause society, bisogna creare un contesto dove la donna può aprirsi ed esprimere i propri bisogni. Durante l’incontro abbiamo messo in luce alcune indicazioni per favorire l’instaurarsi di una vera e propria alleanza con il medico, a tutto beneficio della salute della paziente».
Ecco quali sono le indicazioni per i medici:
- intavolare un dialogo sulla secchezza vaginale; in fase iniziale la donna potrebbe essere riluttante a discutere del problema;
- tenere a mente che fattori relazionali e sessuali possono manifestarsi con una sintomatologia vaginale fastidiosa;
- ricordare che anche le donne che usano la terapia estrogenica sistemica possono sviluppare sintomi vaginali;
- essere consapevoli che alcuni sintomi urinari si verificano in concomitanza con l’atrofia vaginale e rispondono positivamente alla terapia estrogenica vaginale;
- incoraggiare le donne a scegliere la terapia vaginale più adatta a loro.
(di Cesare Betti)