Il travagliato DDL è ora la prima legge sulla concorrenza

 

Il DDL concorrenza diventa ora la legge sulla concorrenza. O almeno lo sarà effettivamente entro poco tempo, perché il 2 agosto scorso il Senato ha finalmente approvato in via definitiva il testo, dopo la bocciatura con rinvio degli scorsi mesi. Non rimane dunque che la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e la redazione dei decreti attuativi, attesi entrambi a breve.

 

Secondo il Governo “il provvedimento vuole stimolare la crescita e la dinamica della produttività in Italia, consentire ai consumatori di avere accesso a beni e servizi a minor costo e garantire loro nuove e più efficaci forme di tutela, stimolare l’innovazione, attrarre maggiori investimenti in Italia”. Questa è la prima legge annuale per il mercato e la concorrenza approvata in Italia.

 

Cosa dice la nuova legge sulla concorrenza

 

La legge sulla concorrenza apporta cambiamenti radicali anche al settore farmacia, sebbene in questo caso il provvedimento sia stato emendato in più punti. Riassumiamo i principali cambiamenti:

 

Proprietà: il DDL ha eliminato il tetto massimo di possesso di 4 farmacie per farmacista, con la possibilità di esercizio in forma di società di capitali con un tetto massimo a livello regionale al 20% di proprietà. Una delle novità più sostanziali e dibattute degli ultimi tempi che dovrebbe attrarre investimenti e ottimizzare i costi, con lo sviluppo di più servizi innovativi e risparmi in favore dei cittadini.

 

Orari: piena liberalizzazione degli orari, fatti salvi gli obblighi di apertura. L’obiettivo è di tenere aperte le farmacie più a lungo per curare ogni emergenza.

 

Servizi sul territorio: ottimizzazione della presenza sul territorio con il trasferimento delle farmacie “soprannumerarie” dei piccoli comuni in altri comuni della medesima regione.

 

Digitalizzazione: via libera al bugiardino anche in formato digitale.

 

A questo link potete consultare l’infografica Mise con tutte le novità previste per ogni settore. Qui invece potrete trovare il testo integrale della legge sulla concorrenza, completa degli emendamenti.

 

Soddisfazione con condizionale per Mise e AGCM

 

Per il ministro Carlo Calenda «la legge introduce significative novità in tema di assicurazioni, professioni, energia, comunicazioni, ambiente, trasporti, turismo, poste, banche e farmacie con l’obiettivo di stimolare la crescita e la produttività e consentire ai consumatori di avere accesso a beni e servizi a minor costo», dichiarando che l’approvazione in Senato «dopo un iter travagliato di quasi tre anni è un importante segnale di serietà per il Paese».

 

Calenda conferma anche l’impegno del Ministero dello sviluppo economico per definire nel più breve tempo possibile tutti i decreti attuativi necessari per la piena efficacia della legge.

 

Conclude il ministro: «Nel futuro occorrerà comunque ragionare sull’opportunità di procedere con un approccio settoriale eventualmente mediante decreti legge elaborati tenendo conto delle indicazioni dell’Antitrust».

 

In seguito all’approvazione, infatti, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha espresso soddisfazione, soprattutto per il valore simbolico di questa legge. Questo era infatti uno strumento previsto sin dal 2009, ma che solo nel 2017 il legislatore è riuscito a utilizzare.

 

Continua la nota di AGCM: «Certo non possono sottacersi i passi indietro della versione approvata rispetto al testo originario, tuttavia la direzione è quella giusta: la concorrenza è un cardine per lo sviluppo del Paese, per abbassare i prezzi, ridurre le diseguaglianze, stimolare l’innovazione e aumentare il benessere dei consumatori» auspicando l’adozione «di misure settoriali, volte a creare in ogni mercato un sistema di regole chiaro e trasparente, presupposto indispensabile per gli investimenti e la crescita economica».

 

Pareri fortemente negativi da parte di FOFI e Federfarma

 

Novità importanti e radicali per un deciso cambio di passo di tutto il sistema. Tuttavia nel settore rimane il dubbio che alcuni punti “scardina-casta” della riforma possano in effetti stravolgere la farmacia italiana nei suoi presupposti fondamentali di sussidiarietà al SSN.

 

Durissime infatti le reazioni da parte delle principali istituzioni di settore, Fofi e Federfarma.

 

La prima a pronunciarsi è la Federazione dell’ordine FOFI.

«L’approvazione del Ddl Concorrenza, segna un passaggio molto negativo per la sanità italiana, perché si consegna alla pura logica di mercato un servizio che è da sempre una delle funzioni centrali del servizio sanitario, il cui scopo è garantire l’equo e uniforme accesso ai medicinali a tutta la popolazione»

 

Fa eco più tardi il neo presidente di Federfarma, Marco Cossolo.

«… Le conseguenze di un siffatto provvedimento erano state sottovalutate, nonostante i gridi di allarme di varie associazioni provinciali. Noi abbiamo subito motivato la nostra contrarietà al provvedimento cosi come era strutturato, senza vincoli, ma ormai era tardi in quanto la discussione concernente le farmacie si era già conclusa e i giochi erano fatti. Oggi il provvedimento è legge. È inutile piangere sul latte versato. Siamo già al lavoro per gestire questo cambiamento che sarà epocale per la farmacia italiana».

 

Entrambi i sindacati osservano con molta preoccupazione che la legge sulla concorrenza non prevede l’obbligo di avere (nemmeno in minoranza) un farmacista nella compagine societaria, a differenza delle altre società tra professionisti riformate dal provvedimento. Questa scelta porterebbe a sostituire l’attuale sistema di presidi retti da professionisti con un oligopolio -secondo Fofi e Federfarma sono circa 5 le grandi società di capitali- di aziende a pura vocazione commerciale senza alcuna tutela per il professionista stesso.

 

Paventano la preoccupazione che tali società possano dunque controllare la (quasi) totalità delle farmacie italiane, con il rischio di creazione di cartelli che vanno contro il principio stesso di concorrenza.

 

Fare rete per competere da indipendenti

 

In questo nuovo scenario il presidente Cossolo indica una prima priorità di lavoro per gestire la transizione imposta dal provvedimento consolidando «le aggregazioni già esistenti tra farmacie e le sinergie con le società di distribuzione del farmaco di proprietà dei farmacisti. Con la collaborazione di Federfarma Servizi stiamo progettando la realizzazione di una “rete delle reti” che possa mettere in connessione tra loro tutte le realtà aggregative di farmacie indipendenti attualmente presenti in Italia, per permettere loro di essere competitive sul mercato e confrontarsi con le società dei capitali».

 

Un approccio condiviso anche dall’Ordine che punta «sull’aggregazione, sull’innovazione e su quelle prestazioni rivolte alla salute del paziente che soltanto il farmacista può assicurare».

 

Una legge che le istituzioni della farmacia non definiscono pro-concorrenza e che anzi considerano pericolosa per il buon funzionamento del sistema per il cittadino, anche sulla base dei risultati di misure analoghe in altri Paesi europei che, addirittura, starebbero pensando a una retromarcia.