I 10 assiomi della gestione condivisa dei sintomi del reflusso gastroesofageo
Affidare ai farmacisti la gestione dei pazienti con sintomi da reflusso gastroesofageo. È la proposta di modello del documento “La gestione condivisa dei sintomi da reflusso gastroesofageo in 10 assiomi” presentato recentemente a Roma, presso la sala Caduti di Nassirya del Senato.
Il documento è nato da un gruppo di lavoro multidisciplinare che ha unito medici di medicina generale, specialisti e farmacisti per consentire una gestione razionale, efficace e sicura dei pazienti con bruciore di stomaco. Il progetto è stato realizzato grazie al supporto non condizionato di Pfizer Consumer Healthcare. Hanno partecipato ai lavori Maurizio Bisozzi, consigliere dell’Ordine dei Farmacisti di Roma, Rudi De Bastiani, medico di medicina generale e specialista in gastroenterologia, Eugenio Leopardi, presidente dell’Unione Tecnica Italiana Farmacisti, Utifar, Guido Sanna, medico di medicina generale e specialista in gastroenterologia, Vincenzo Savarino, professore ordinario di gastroenterologia e direttore del Dipartimento di medicina interna e specialità mediche dell’Università degli Studi di Genova, Roberto Tobia, presidente Federfarma Palermo e vicepresidente Utifar, Enzo Ubaldi, medico di medicina generale e specialista in gastroenterologia ed endoscopia digestiva.
«Ciascun operatore sanitario agisce in modo indipendente, secondo propri schemi e affidandosi alle proprie esperienze. È necessaria un’evoluzione del processo di cura a beneficio dei pazienti e del Servizio Sanitario Nazionale» ha detto il senatore Andrea Mandelli, presidente di Fofi, aprendo la conferenza stampa di presentazione. «Oggi il farmacista ha l’opportunità di acquisire le competenze necessarie per individuare e gestire adeguatamente i pazienti con sintomi da reflusso gastroesofageo eleggibili al trattamento di automedicazione, indirizzando tempestivamente al consulto medico coloro che invece presentano una sintomatologia che richiede ulteriori approfondimenti o particolari fattori di rischio. Dispone infatti di un ventaglio di soluzioni terapeutiche che gli consente di consigliare a ciascun paziente il rimedio più appropriato. Va poi considerato che tra i compiti del farmacista, il primo riferimento sul territorio anche per la presenza capillare delle farmacie di comunità, rientra inoltre il monitoraggio della terapia, sia in termini di aderenza alla prescrizione sia di identificazione di eventuali problemi connessi all’impiego del farmaco».
Questa patologia, generalmente benigna e la cui sintomatologia è ben inquadrabile clinicamente, nella maggior parte dei casi si risolve con la somministrazione di un inibitore di pompa protonica. Ma un percorso terapeutico tortuoso, spesso guidato dall’improvvisazione o dal fai da te da parte del paziente, oppure scandito da visite specialistiche ed esami diagnostici invasivi inutili, fa sì che la gestione sia inappropriata, inutilmente costosa per il Sistema sanitario nazionale e poco soddisfacente per il paziente, che non risolve il problema in tempi brevi.
«Il paziente con pirosi è spesso oggetto di un percorso diagnostico non gestito in modo ottimale fra le diverse figure professionali» ha sottolineato Vincenzo Savarino, «La maggior parte delle forme iniziali sono efficacemente gestibili in farmacia, tramite l’uso di farmaci inibitori di pompa protonica di automedicazione, per 14 giorni, come raccomandato dalle Linee guida internazionali (World gastroenterology organization global guidelines, maggio 2013)».
Il documento di consenso vuole offrire ai farmacisti linee guida condivise, strumenti per individuare e gestire i sintomi del reflusso gastroesofageo e consigliare i farmaci di automedicazione per risolvere il disturbo, oppure per riconoscere i segnali di allarme o i fattori di rischio che richiedono immediati approfondimenti medici. «Il riconoscimento clinico della virosi in farmacia è possibile con accuratezza e rapidità» dice Roberto Tobia. «Il farmacista è chiamato, in prima istanza, a escludere alcune chiare condizioni di allarme o di rischio e in seguito a procedere alla dispensazione di farmaci inibitori di pompa protonica a un dosaggio adeguato per l’uso temporaneo in automedicazione, fino a due settimane».
«Attiene al ruolo del farmacista e alla sua preparazione la capacità di riconoscere un disturbo meritevole di trattamento con un rimedio dispensabile senza obbligo di ricetta, salvaguardano il rapporto di efficacia e sicurezza» ha aggiunto Eugenio Leopardi. «Per formare adeguatamente i farmacisti sulla gestione dei sintomi del reflusso gastroesofageo, Utifar insieme con Sifac, la Società italiana di farmacia clinica, ha realizzato il Progetto Gastro, che nel 2015 ha organizzato 12 corsi residenziali e altri 9 nel 2016, e un corso di formazione a distanza che ha totalizzato finora 10mila accessi».
Una collaborazione concreta tra le diverse figure professionali consente, quindi, di facilitare la cura del disturbo, tutelando la salute dei pazienti e, nello stesso tempo, consente di contenere lo spreco di risorse del Ssn in esami e visite specialistiche spesso superflui. Come ha spiegato Guido Sanna «Questo nuovo modello di gestione presenta grandi vantaggi per il paziente -che grazie a questa proficua collaborazione avrà la possibilità di essere indirizzato in tempi ridotti verso gli approcci terapeutici più efficaci-, ma anche per il Ssn».