L’intervento del farmacista a sostegno dell’aderenza alla terapia migliora lo stato di salute del paziente e produce una riduzione dei costi sanitari dovuti alla malattia. È quanto emerso dal progetto I-Mur della Fofi (Federazione ordini dei farmacisti italiani), attraverso uno studio chiamato Re I-Mur, che ha interessato centinaia di farmacisti e pazienti di 15 regioni.
«Come modello è stata presa l’asma, patologia cronica che riguarda quasi il 7% degli italiani, in quanto è semplice valutare il suo controllo e perché i miglioramenti o i peggioramenti si manifestano in poco tempo» spiega Andrea Manfrin della Medway school of pharmacy all’Università del Kent, che ha realizzato lo studio. Ma quanto dimostrato a proposito dell’asma può essere esteso ad altre patologie croniche. «L’intervento del farmacista consiste in un’intervista nella quale egli si accerta se il malato segue le indicazioni del medico o se dimentica di assumere i medicinali, se li usa in modo corretto, se ha difficoltà (come rispettare l’ora della somministrazione), se gli causano effetti indesiderati o se assume altri medicinali che possono interferire con la sua malattia o con le cure prescritte (Medicines use review, Mur). Riscontrati eventuali problemi, il farmacista dà le indicazioni del caso al paziente e nello stesso tempo avvisa il medico curante».
I risultati dimostrano che dopo l’intervento del farmacista, la percentuale degli asmatici sotto controllo è aumentata dal 43,7 al 54,4%, con un incremento del 25%. È migliorato lo stato di salute in tutte le regioni e in tutte le età, e sono diminuiti i costi dovuti alla malattia, a iniziare da quelli del Pronto soccorso e dei ricoveri. Inoltre, ha creato risparmi compresi tra 87 e 297 euro per paziente all’anno.
«Per il buon funzionamento della sanità non occorrono solo risorse economiche, ma spendere bene quelle che ci sono, e sviluppare competenze e capacità per garantire prestazioni efficaci, efficienti e appropriate» precisa Luigi D’Ambrosio Lettieri, vicepresidente della Fofi. «Riteniamo che il farmacista debba fare un salto importante nella qualificazione della sua attività, integrando l’attività di vendita del farmaco con l’assistenza al paziente, che gli consenta così di avere un elevato livello di aderenza alle cure, la certezza dell’efficacia della terapia, il miglioramento della qualità della vita e il contenimento della spesa. Con tali finalità e prospettive è stato creato il progetto I-Mur, che rappresenta una vera svolta».
«I dati sono molto eloquenti e confermano due aspetti fondamentali» avverte Andrea Mandelli, presidente della Fofi. «Il primo è che il farmacista partecipa alla cura a fianco del medico e degli operatori sanitari senza invasioni di competenze, ma sviluppando il ruolo di specialista del farmaco. Il secondo è che egli è in grado di fornire prestazioni avanzate come e a volte meglio dei colleghi europei. Da sempre il cittadino si affida al farmacista, il professionista sanitario più facilmente accessibile, e da oggi ha un motivo in più per farlo».
(Cesare Betti)