L’A.O. Sant’Antonio Abate di Gallarate (Varese) ha annunciato l’inaugurazione dell’Unità di supporto per pazienti oncologici, per ascoltarli e per aiutarli ad affrontare le difficoltà dovuti agli effetti collaterali delle cure.

In Lombardia sono circa 400 mila le persone che convivono con una diagnosi di tumore e circa due terzi soffrono di effetti collaterali, in particolare nausea e vomito per l’uso dei farmaci chemioterapici. Secondo una ricerca promossa da Salute Donna e dalla Società italiana di psico-oncologia, la chemioterapia condiziona le attività di casa nel 61,6% dei casi, di lavoro nel 63,9% e la vita sessuale nel 63,7%.

«Con l’unità di supporto per pazienti oncologici, la nostra Divisione di oncologia vuole offrire un supporto reale al miglioramento della comunicazione tra medico e paziente, nonché dei servizi a disposizione delle persone in terapia e dei loro familiari» afferma Salvatore Artale, direttore della Divisione di oncologia dell’A.O. Sant’Antonio Abate di Gallarate. «Uno dei principali obiettivi è offrire ai pazienti strumenti adeguati per aiutarli a gestire gli effetti collaterali della chemioterapia, che possono addirittura compromettere la continuità del trattamento».

A volte, medico e paziente parlano due lingue diverse: il primo tende a esprimersi con un linguaggio che può risultare molto tecnico, il secondo ha bisogno di comunicare emozioni e sentimenti. I due si parlano, ma possono rischiare di non capirsi, innescando un circolo vizioso legato a quello che il paziente non dice e che il medico non chiede.

L’Unità di supporto per pazienti oncologici avrà come attività qualificanti un infermiere con il ruolo di mediatore tra medico e paziente anche al di fuori della struttura ospedaliera, un servizio di aiuto psicologico e un diario che aiuterà il malato nella gestione quotidiana della terapia. Il servizio permetterà di seguire i pazienti in modo più accurato, con il vantaggio di ridurre i ricoveri al Pronto soccorso.

(Cesare Betti)