Il vaccino antinfluenzale è un’efficace difesa contro molti dei malanni invernali. Con le basse temperature, infatti, sono pronti all’attacco una moltitudine di microrganismi invisibili e diversi tra loro, in grado di causare di fastidiosi disturbi come naso chiuso, febbre, tosse, dolori e disturbi gastrointestinali.
«Nella prossima stagione saranno 3-4 i virus dell’influenza» dice Fabrizio Pregliasco, specialista in virologia e ricercatore presso il Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’università degli Studi di Milano. «Oltre al già noto virus A/H1N1 California che completerà la sua opera, ci saranno anche un virus di origine svizzera, l’A/H3N2, un virus B/Phuket e, forse, anche un altro virus, il B/Brisbane. Gli ultimi tre virus sono delle nuove varianti, ma non molto differenti dai virus che hanno già circolato gli scorsi anni. A oggi si può dire che la prossima stagione influenzale sarà di intensità media, 4-5 milioni di casi, e l’effettiva diffusione dipenderà anche dall’andamento delle temperature».
Il vaccino antinfluenzale è un’opportunità per tutti e diventa un salvavita per le persone fragili: gli anziani sopra i 65 anni e i malati cronici, per i quali l’influenza potrebbe causare complicanze. Non protegge da tutte le forme non dovute a virus influenzali e a volte non evita completamente la malattia, ma riduce sicuramente sintomi e rischi di complicanze.
«I virus influenzali non fanno differenza di genere: sia uomini sia donne sono a rischio in egual misura e gli organismi reagiscono esattamente allo stesso modo» conclude Fabrizio Pregliasco. «Non si può dire lo stesso della psiche: le donne, una volta contratto il virus, reagiscono spesso in maniera più risoluta rispetto al sesso forte, che invece in questi casi si dimostra nettamente più debole e lamentosi».
Il ricorso all’automedicazione responsabile è da considerarsi complementare al vaccino per alleviare i sintomi. I farmaci di automedicazione, infatti, possono essere utili per gestire autonomamente alcuni disturbi, come raffreddore, tosse, mal di gola e febbre, senza dimenticare però di sentire il parere del medico se i sintomi non dovessero migliorare entro 5-6 giorni.
(Cesare Betti)