Il primo vaccino ad ampia protezione contro il meningococco di gruppo B (rDNA, componente, adsorbito) messo a punto nei laboratori senesi di Novartis Vaccines è stato insignito del Premio Galeno Italia 2014 per l’innovazione del farmaco. È il più alto tributo in ambito biomedico e farmacologico conferito nel nostro Paese.

«Vincere il Premio Galeno Italia rappresenta un grande privilegio e un importante riconoscimento per il lavoro ventennale di ricerca che ha portato allo sviluppo del vaccino e per il ruolo chiave del polo toscano di Novartis nella lotta mondiale contro la malattia meningococcica» ha commentato Rino Rappuoli (nella foto), responsabile mondiale della Ricerca e sviluppo di Novartis Vaccines. «Grazie a questo vaccino, la speranza è che nessuno debba più subire le conseguenze di una malattia tanto aggressiva e subdola come la meningite da meningococco». (qui il video)

Da tempo sono disponibili vaccini capaci di proteggere contro i ceppi A, C, Y e W135 della meningite meningococcica. Ma fino a oggi, i tradizionali vaccini non erano riusciti a individuare una soluzione contro il meningococco B, responsabile in Italia di oltre 6 casi su 10 di meningite meningococcica.

Grazie a una nuova tecnica basata sul sequenziamento del genoma dei patogeni, la reverse vaccinology, Rino Rappuoli e la sua equipe sono riusciti a superare questi ostacoli. Iniziato con la collaborazione con lo scienziato Craig Venter, tale approccio è diventato uno standard di riferimento nel mondo della ricerca.

Il vaccino Novartis contro il meningococco B, prodotto per tutto il mondo nello stabilimento di Rosia (Siena), è disponibile in Italia dal 12 dicembre 2013 ed è stato già inserito nei calendari vaccinali di Puglia, Basilicata, Toscana e Veneto.

La meningite meningococcica è un’infezione batterica e principale causa di meningite in Europa, soprattutto tra i neonati. Si tratta di una malattia molto pericolosa poiché attacca le persone senza preavviso e può portare al decesso in 24-48 ore. Ha una letalità tra il 9 e il 12%, ma in assenza di antibiotici adeguati può raggiungere il 50%.

I sintomi sono simili a quelli influenzali, rendendo difficile la diagnosi dell’infezione. Su 10 persone che contraggono la malattia, circa una è destinata a morire anche se sottoposta a cure adeguate e su 5 che sopravvivono, una rischia di avere disabilità permanenti, come danni cerebrali, problemi di udito o amputazione di arti.

(Cesare Betti)