La retinopatia diabetica e l’edema maculare diabetico sono le complicanze più importanti del diabete a carico dell’occhio. La campagna Occhio al diabete, promossa da Diabete Italia, è nata per sensibilizzare e  informare le persone con diabete e i loro familiari sui rischi di queste particolari patologie. Scopo dell’iniziativa è dare un aiuto concreto, offrendo materiali informativi per prevenire e per diagnosticare precocemente tali complicanze.

«Prendere coscienza dei rischi che il diabete può creare alla vista è fondamentale in termini di prevenzione» afferma Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia. «In un Paese dove esistono diverse realtà sanitarie e assistenziali, una campagna informativa come questa diventa indispensabile per rendere il paziente più esperto e sensibile anche alle complicanze cui possono essere soggetti organi importanti come gli occhi».

La campagna Occhio al diabete si articola in numerose iniziative: un sito dedicato esclusivamente alle complicanze oculari, con informazioni sulla retinopatia diabetica e sull’edema maculare diabetico, su come contrastarle e prevenirle, il libretto Detto da Noi, con le linee guida per la prevenzione e per la diagnosi precoce. Sono inoltre disponibili locandine per i centri di diabetologia.

La retinopatia diabetica è una complicanza del diabete a carico dell’occhio ed è la prima causa di cecità nei paesi industrializzati tra i soggetti in età lavorativa, e spesso può evolvere in edema maculare diabetico. L’80-90% dei diabetici di tipo 1 ha una retinopatia; di questi, il 30-40% sviluppa la forma proliferante, che danneggia non solo la retina, ma tutto l’occhio. Nei diabetici di tipo 2 l’incidenza della retinopatia è inferiore (30-40%), ma le complicanze sono più serie, perché compare soprattutto l’edema maculare.

I fattori di rischio che influiscono di più sono due: il tempo trascorso dalla comparsa del diabete (quanto più a lungo si ha il diabete, tanto maggiore è la probabilità di avere complicanze retiniche), e lo scarso controllo della glicemia e della pressione arteriosa.

«Un controllo regolare dei fattori di rischio può ridurre i danni», precisa il professor Massimo Porta, direttore della Prima medicina interna all’A.O. Le Molinette di Torino. «Per questo motivo, è fondamentale mantenere una glicemia e una pressione il più vicino possibile ai valori normali: sotto i 53 mmol/mol per l’emoglobina glicata e 130/80 mmHg per quanto riguarda la pressione arteriosa».

(Cesare Betti)