Il 21 giugno si celebra la X Giornata nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma. Quest’anno è dedicata ai progressi della ricerca e della diagnostica che permettono di prescrivere le cure in base alle caratteristiche molecolari delle malattie del sangue. Grazie a quest’approccio, oltre il 90% dei pazienti ha un livello minimo di malattia residua. Se la risposta si mantiene nel tempo, significa che le cellule leucemiche sono pochissime e inattive, e si può parlare di guarigione. In alcuni studi, il 40% dei pazienti ha interrotto la cura e la malattia non si è più presentata.

Fondamentale è il monitoraggio della risposta alle terapie, garantito dalla rete LabNet, che collega i centri di ematologia e i laboratori specializzati, assicurando diagnosi omogenee in tutta Italia. Entro il 2015 LabNet monitorerà anche la cura della leucemia mieloide acuta.

Per questo motivo, venerdì 19 giugno dalle 8 alle 20 al numero verde 800-22.65.24, ematologi italiani risponderanno a pazienti e familiari. Tutte le informazioni su iniziative e incontri promossi dalle sezioni Ail sono disponibili sul sito www.ail.it.

«Precisione in ematologia vuol dire cure più mirate, diagnosi più precise, risposte molecolari più frequenti e durature, prospettive migliori per i pazienti, con guarigione per molti, una lunga sopravvivenza per molti e una buona qualità di vita quasi per tutti» dichiara Franco Mandelli, presidente nazionale Ail. «A supporto di quest’approccio, la rete LabNet offre a tutti la possibilità di accedere a indagini di diagnostica molecolare avanzata».

Il vantaggio più importante riguarda la possibilità di personalizzare le terapie, con benefici in termini di efficacia e minori effetti collaterali. «Le basi di quest’approccio si sono consolidate nella seconda metà degli anni ’90, quando è stato sperimentato l’uso di bersagli molecolari per terapie basate su molecole di sintesi, come gli inibitori delle tirosinchinasi, in grado di agire sul bersaglio intracellulare specifico delle cellule leucemiche» afferma Fabrizio Pane, professore di ematologia e direttore dell’Unità operativa di ematologia e trapianti dell’A.O.U Federico II di Napoli e presidente della Società Italiana di ematologia. «Le nuove terapie per la leucemia mieloide cronica si sono dimostrate più efficaci di quanto ci si aspettasse. A imatinib sono seguite molecole sempre più precise e oggi siamo alla terza generazione di farmaci». L’efficacia dei farmaci a bersaglio molecolare è stata dimostrata anche per il mieloma, le malattie linfoproliferative e i linfomi.

«La rete LabNet è stata realizzata dal Gruppo italiano malattie ematologiche dell’adulto (Ginema), con il supporto di Novartis, per ottimizzare la risposta molecolare e la cura dei pazienti con leucemia mieloide cronica» spiega Marco Vignetti, direttore del Centro dati Fondazione Ginema. «Un paziente che esegue le analisi in un centro italiano ha la certezza di ricevere una risposta basata sullo stesso metodo, sottoposto allo stesso controllo di qualità. Dal 2008 sono stati fatti 47.451 esami, per una media di circa 12 mila esami all’anno. Oltre 4 mila pazienti hanno potuto giovarsi del sistema nel 2014 e già 2.800 solo in questa prima parte del 2015».

(Cesare Betti)